venerdì 16 dicembre 2011

Novena di Natale: un pensiero

Gesù sta per venire.
Non so se anche a voi questo pensiero fa vibrare il cuore: tra poco è Natale!
Sta per arrivare la dolcezza e la consolazione, la gioia che dissipa il dolore, la ricchezza che colma il vuoto di ogni povertà: sta per arrivare sulla terra la pace del Signore.
Nessuno ne può fare a meno: prepariamoci con una santa Confessione e se da casa non si può uscire prendiamo il rosario per dire altre mille volte "Ave Maria" con la speranza che la nostra vita sia un "sì" senza se e senza ma a Dio nostro Padre e Creatore.
Vieni Santo Spirito e trasforma in una culla il nostro cuore.
Che Gesù a Natale non sia adagiato su una croce ma su un cuscino morbido, soffice preparato dalla nostra anima con cura, premura e attenzione.
Un bambino piccolino non si può mai lasciare solo: noi non lo possiamo lasciare solo perchè il Dio fatto Uomo ha scelto di aver bisogno delle nostre cure, ha scelto di stare nelle nostre case, ha scelto noi perchè ci ama come non possiamo immaginare ma il suo amore è la nostra speranza, è la nostra forza, è il nostro desiderio.
Vieni Signore Gesù e non lasciamoci più!

domenica 4 dicembre 2011

Međugorje 1957.




"Kamen i Zemlja" (rocce e terra) 1957
Sceneggiatura e regia: Ivan Fogl Fotografia: Djordje Jolic

Il tabacco era la coltura dominante a Medjugorje. Con il tempo delle apparizioni, il ruolo di tabacco è stato gradualmente assunto dal vino
Medjugorje 24 anni prima delle apparizioni: come era la vita in quella che era allora un remoto villaggio sconosciuto? E come vivevano e chi erano i parrocchiani prima di iniziare ad accogliere i pellegrini provenienti da tutto il mondo?
Fogl li raffigura come gente molto laboriosa, gente in lotta costante.
Ciò che il film non mostra è come i parrocchiani siano stati il tesoro della fede cristiana in un periodo in cui la Jugoslavia era ancora sotto il regno comunista.
Era permesso frequentare la Messa, ma tutti i raduni religiosi erano limitati alle chiese.
E così Fogl non mostra la vecchia chiesa parrocchiale di Medjugorje, né la Croce bianca massiccia eretta dai parrocchiani sulla cima del Monte Croce già nel 1933.

sabato 3 dicembre 2011

2 dicembre: Messaggio della Regina della Pace, nostra amata Gospa e Madre, dato a tutti noi attraverso la veggente Mirjana

Cari figli, come Madre sono con voi per aiutarvi con il mio amore, preghiera ed esempio a diventare seme di ciò che avverrà, un seme che si svilupperà in un forte albero ed estenderà i suoi rami nel mondo intero. Per divenire seme di ciò che avverrà, seme dell'amore, pregate il Padre che vi perdoni le omissioni finora compiute. Figli miei solo un cuore puro, non appesantito dal peccatopuò aprirsi e solo occhi sinceri possono vedere la via per la quale desidero condurvi. Quando comprenderete questo, comprenderete l'amore di Dio ed esso vi verrà donato. Allora voi lo donerete agli altri come seme d'amore. Vi ringrazio

martedì 2 agosto 2011

Messaggio della Regina della Pace dato a tutti noi attraverso Mirjana - Medjugorje 2 agosto 2011

Cari figli, vi invito a rinascere nella preghiera e a diventare con mio Figlio, attraverso lo Spirito Santo, un nuovo popolo. Un popolo che sa che se perde Dio ha perso se stesso. Un popolo che sa che, nonostante tutte le sofferenze e le prove, con Dio è sicuro e salvo. Vi invito a radunarvi nella famiglia di Dio e a rafforzarvi con la forza del Padre. Come singoli, figli miei, non potete fermare il male che vuole regnare nel mondo e distruggerlo. Ma per mezzo della volontà di Dio tutti insieme con mio Figlio potete cambiare tutto e guarire il mondo. Vi invito a pregare con tutto il cuore per i vostri pastori, perchè mio Figlio li ha scelti. Vi ringrazio

domenica 31 luglio 2011

Vacanze... CRISTIANE!

Per monsignor Juan del Río Martín, Arcivescovo castrense di Spagna, “ci sono due modi di vivere le vacanze”: “quello più potenziato dalla cultura edonista dominante è il 'dolce far niente'”, “l'altro modo è quello che propone Benedetto XVI di mettere il Vangelo nella valigia, che vuol dire diventare padroni delle nostre vacanze, saperle valorizzare ma non mitizzarle mai e scoprire i valori che racchiude questo periodo dell'anno”.
Per queste ragioni, il presule indica dieci punti per vivere delle vacanze realmente cristiane, il primo dei quali è “il riposo”.
“La fatica e l'affanno per il lavoro e altre occupazioni offuscano il criterio del vero e del giusto – osserva –. Le vacanze sono un periodo utile per riprendere le forze fisiche, psichiche e spirituali che rendano possibile un cambiamento negli aspetti della vita che lo richiedono”.
Il secondo aspetto è la riflessione: “bisogna cercare spazio e tempo per pensare a sé”. “Non aver paura di incontrare te stesso e vincere la superficialità che produce il trambusto della vita ordinaria. Per questo, non dimenticarti dei Vangeli, che ti aiuteranno”.
C'è poi “l'allegra serenità”: “i divertimenti distraggono, i viaggi allontanano momentaneamente i problemi”, “ma l'allegria permanente deriva dal fatto di avere la 'casa interiore' in ordine. Le vacanze sono un periodo privilegiato per una 'messa a punto'”.
Il quarto punto sottolineato dall'Arcivescovo castrense è la famiglia: “in una società in cui il padre e la madre lavorano fuori casa, i figli si godono poco i genitori”, ma il periodo delle vacanze “può stringere molto i legami familiari, aumentare la comunicazione tra i membri e aiutare quelli che ne hanno più bisogno”.
Non va poi dimenticata l'amicizia, perché “i rapporti tra gli amici hanno bisogno di tempo”. “Le vacanze sono un momento propizio per avvicinare amici, riparare alle dimenticanze, sanare malintesi, visitare un amico malato e passare ora in buona compagnia”.
Allo stesso modo, bisogna “riscoprire la bellezza della fede”, perché “si deve saper captare la bellezza delle opere umane che ci hanno lasciato i nostri antenati”, coltivando “la sensibilità verso il nostro patrimonio storico, artistico, culturale e religioso”.
Il settimo punto è “il silenzio”, in cui “riusciamo a percepire le voci più significative per la nostra realizzazione personale”. “Quanti apprezzano il silenzio diventano 'maestri' dell'ascolto e della comunicazione”, osserva il presule.
L'ottavo e il nono punto sono invece la preghiera e la cura del creato. La preghiera, “scarsa per le tante occupazioni”, è nelle vacanze “un momento per una maggiore comunicazione con il Signore e per ricevere da Lui la forza e lo stimolo per il nostro cammino quotidiano”, mentre l'apprezzamento del creato permette di “valorizzare lo splendido spettacolo che ci offre ogni giorno gratuitamente madre natura, in cui è tanto palpabile l'impronta del Creatore”.
L'ultimo aspetto sottolineato dal Vescovo è infine “la solidarietà”, perché “in vacanza non si deve mai dimenticare l'amore per i poveri”, che si manifesta “nel contenere le spese e nella condivisione, curando gli anziani e facendo loro compagnia e sostenendo interessanti attività sociali e pastorali”.


BUONE... SANTE VACANZE A TUTTI

lunedì 18 luglio 2011

Il Cardinale di Milano Scola: SERVE UN SOPRASSALTO DI COSCIENZA CIVICA



“È sempre più chiaro che il Paese ha bisogno di un soprassalto di coscienza civica, soprattutto in questi tempi di grave crisi economico-finanziaria”. E' quanto ha detto domenica il Cardinale Angelo Scola, Amministratore apostolico del patriarcato di Venezia nonché Arcivescovo eletto di Milano, nel tradizionale “discorso del Redentore”.
Dal 2003, in occasione della festa del Santissimo Redentore, che cade nella terza domenica di luglio, il Cardinale Scola ha proposto di anno in anno alcune riflessioni su temi diversi di particolare rilevanza ecclesiale sociale, civile e antropologica per la città di Venezia e non solo. Quella del Redentore è una festa molto sentita dai veneziani e viene celebrata a memoria del pericolo scampato di una pestilenza che colpì la città nel 1575.
La crisi – ha detto il porporato nel suo discorso - “non potrà certo trovare soluzione nei pur necessari aggiustamenti tecnici delle regole di mercato, perché il mercato non è un fatto di natura, ma di cultura e dunque ha nel fattore umano e nella sua qualità morale una componente indispensabile. Anche la riforma del mercato chiede rinnovamento antropologico ed etico”.
Per questo ha richiamato l’invito del Santo Padre “a un rinnovato impegno dei cattolici in politica” capace di armonizzare “il necessario realismo etico e politico”.
Il porporato è poi passato ad affrontare alcuni fenomeni di disagio sociale quali l’abbandono scolastico precoce, l’inattività, la disoccupazione, la precarietà e la perdita del lavoro.
“In questo contesto – ha detto – quella che è stata chiamata 'emergenza educativa' sta assumendo le dimensioni e i contorni della questione sociale del nostro tempo. Non si può restare inerti di fronte all’accusa di 'non essere un Paese per giovani!'”.
“Il compito educativo ha però bisogno di una chiarezza di obiettivi. Esso non può ridursi allo stereotipato richiamo ai valori, ma domanda un impegno personale e comunitario a far fare l’esperienza dei valori”. Inoltre, “le famiglie, a cui spetta primariamente la responsabilità educativa, dovranno essere sostenute da politiche adeguate”.
Allo stesso modo, ha continuato, “vi è l’urgente bisogno educativo di rendere consapevoli ciascuno delle oggettive implicazioni sociali e di bene comune del proprio agire”, così che ogni cittadino diventi responsabile in prima persona, indipendentemente dal ruolo sociale che ricopre. Compito della legge diventa, quindi, “educare ad agire secondo virtù, anzitutto le virtù che riguardano direttamente la vita comune”.
Non è poi mancato il riferimento al “ruolo di promotore di pace nel Mediterraneo” che il Nordest può svolgere facendosi interprete di imperativi come il “dialogo”, la “coesione”, la “convergenza”, l'“integrazione” e lo “sviluppo” e mettendo a frutto “l’importante tradizione di accoglienza e di relazioni della Serenissima”.
Ma nonostante la “straordinaria ricchezza della società civile” che le hanno sempre caratterizzati “anche Venezia e il Nordest sono immersi nel passaggio epocale in atto in tutto il pianeta”; nella “transizione, non priva di forte travaglio, dalla modernità al postmoderno, di cui tutti gli uomini e le donne del nostro tempo portano i segni”.
“Per questo – ha continuato – sono lieto di comunicare che i giorni scorsi ho formalmente istituito le prime due Unità di lavoro per la transizione una per il litorale e l’altra per la città lagunare. Sono organismi che, con preciso riferimento alla dottrina sociale della Chiesa, intendono mettere in collegamento persone che operano negli svariati ambiti della società civile in vista di un confronto e di una collaborazione aperta a tutti”.
“Ben coscienti della netta distinzione che intercorre tra realtà ecclesiale e società civile – ha spiegato infine –, questi organismi opereranno al fine di valorizzare, mediante proposte concrete, il bene politico primario dell’essere insieme”.
I prossimi appuntamenti nell'agenda del nuovo Arcivescovo di Milano sono ora: il 5 settembre, al teatro La Fenice e su iniziativa del comune di Venezia, dove ci sarà il momento di saluto da parte delle autorità civili e del mondo della cultura; e il 7 settembre, nella Cattedrale di San Marco, dove si terrà la solenne concelebrazione eucaristica per il saluto da parte della Chiesa veneziana.
Il Cardinale Scola celebrerà la prima messa solenne nel Duomo di Milano il 25 settembre.

Angelus 17 luglio 2011: LA FEDE IMPEDISCE AL MALE DI RADICARSI

Cari fratelli e sorelle!
Le parabole evangeliche sono brevi narrazioni che Gesù utilizza per annunciare i misteri del Regno dei cieli. Utilizzando immagini e situazioni della vita quotidiana, il Signore "vuole indicarci il vero fondamento di tutte le cose. Egli ci mostra … il Dio che agisce, che entra nella nostra vita e ci vuole prendere per mano" (Gesù di Nazaret. I, Milano, 2007, 229). Con tale genere di discorsi, il divino Maestro invita a riconoscere anzitutto il primato di Dio Padre: dove Lui non c’è, niente può essere buono. E’ una priorità decisiva per tutto. Regno dei cieli significa, appunto, signoria di Dio, e ciò vuol dire che la sua volontà dev’essere assunta come il criterio-guida della nostra esistenza.
Il tema contenuto nel Vangelo di questa domenica è proprio il Regno dei cieli. Il "cielo" non va inteso soltanto nel senso dell’altezza che ci sovrasta, poiché tale spazio infinito possiede anche la forma dell’interiorità dell’uomo. Gesù paragona il Regno dei cieli ad un campo di grano, per farci comprendere che dentro di noi è seminato qualcosa di piccolo e nascosto, che, tuttavia, possiede un’insopprimibile forza vitale. Malgrado tutti gli ostacoli, il seme si svilupperà e il frutto maturerà. Questo frutto sarà buono solo se il terreno della vita sarà stato coltivato secondo la volontà divina. Per questo, nella parabola del buon grano e della zizzania (Mt 13,24-30), Gesù ci avverte che, dopo la semina fatta dal padrone, "mentre tutti dormivano" è intervenuto "il suo nemico", che ha seminato l’erba cattiva. Questo significa che dobbiamo essere pronti a custodire la grazia ricevuta nel giorno del Battesimo, continuando ad alimentare la fede nel Signore, che impedisce al male di mettere radici. Sant’Agostino, commentando questa parabola, osserva che "molti prima sono zizzania e poi diventano buon grano" e aggiunge: "se costoro, quando sono cattivi, non venissero tollerati con pazienza, non giungerebbero al lodevole cambiamento" (Quaest. septend. in Ev. sec. Matth., 12, 4: PL 35, 1371).
Cari amici, il Libro della Sapienza – da cui è tratta oggi la prima Lettura – evidenzia questa dimensione dell’Essere divino e dice: "Non c’è Dio fuori di te, che abbia cura di tutte le cose ... La tua forza infatti è principio della giustizia, e il fatto che sei padrone di tutti, ti rende indulgente con tutti" (Sap 12,13.16); e il Salmo 85 lo conferma: "Tu sei buono, Signore, e perdoni, sei pieno di misericordia con chi t’invoca" (v. 5). Se dunque siamo figli di un Padre così grande e buono, cerchiamo di assomigliare a Lui! Era questo lo scopo che Gesù si prefiggeva con la sua predicazione; diceva infatti a chi lo ascoltava: "Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste" (Mt 5,48). Rivolgiamoci con fiducia a Maria, che ieri abbiamo invocato con il titolo di Vergine Santissima del Monte Carmelo, perché ci aiuti a seguire fedelmente Gesù, e così a vivere da veri figli di Dio.

Benedetto XVI

sabato 16 luglio 2011

LA PREOCCUPAZIONE DEL MONDO ED ESSERE IL SALE DELLA TERRA

"Quello seminato tra le spine è colui che ascolta la parola, ma la preoccupazione del mondo e l'inganno della ricchezza soffocano la parola ed essa non dà frutto. Quello seminato nella terra buona è colui che ascolta la parola e la comprende; questi dà frutto e produce ora il cento, ora il sessanta, ora il trenta". Dal Vangelo del giorno XV domenica del tempo ordinario anno A
(CCC n. 27)


Il desiderio di Dio è iscritto nel cuore dell'uomo, perché l'uomo è stato creato da Dio e per Dio; e Dio non cessa di attirare a sé l'uomo e soltanto in Dio l'uomo troverà la verità e la felicità che cerca senza posa. (CCC n. 29) Ma questo "intimo e vitale legame con Dio" può essere dimenticato, misconosciuto e perfino esplicitamente rifiutato dall'uomo.

Tali atteggiamenti possono avere origini assai diverse: la ribellione contro la presenza del male nel mondo, l'ignoranza o l'indifferenza religiosa, le preoccupazioni del mondo e delle ricchezze (Mt 13,22), il cattivo esempio dei credenti, le correnti di pensiero ostili alla religione, e infine la tendenza dell'uomo peccatore a nascondersi per paura, davanti a Dio (Gn 3,8-10) e a fuggire davanti alla sua chiamata (Gio 1,3).
In effetti la "preoccupazione del mondo" non è qualcosa necessariamente legato al "mondo del peccato" ma quell'insieme di preoccupazioni e di ansietà - e di fantasmi - che nascono dal nostro io ferito, il quale, si accanisce verso le situazioni di comodità e borghesi, e non ci spinge oltre, verso una radicale e continua trasformazione del cuore in Cristo.

Anche le cose buone possono diventare "una preoccupazione del mondo" nel momento stesso che diventano ossessive ed assolute e non luogo vocazionale. Per questo occorre continuo discernimento. Anche le "cose del Regno", gli impegni pastorali, persino alcuni valori, come la pace, l'aiuto ai poveri e le scelte di campo, possono diventare "preoccupazione del mondo" nel momento in cui cessano di essere luogo che la provvidenza ci dona per testimoniare la nostra fede e diventano il luogo di un assoluto capitolando facilmente in ideologia e prendendo il posto di Cristo.

Per questo occorre continuo discernimento.

La Chiesa in questo è madre e maestra.E il posto di Cristo non è quello di essere "il centro" della nostra vita, così come noi lo pensiamo, ma il posto che Egli decide di prendere e dove Egli decide di stare e dove Egli decide di portarci.

Perché Cristo è come un bimbo che "non ti ascolta" e fa quello che ritiene opportuno. Però, mentre un bimbo lo fa per sé, Cristo lo fa per Te e solo per Te; il tuo cuore, infatti, è amato sommamente e con amore di sangue.

Ci si può infatti ingannare. Persino con il valore della povertà, perché si può diventare "ricchi" di questo valore, alimentando il dramma della superbia... dimenticando che nudi siamo venuti al mondo e nudi siamo chiamati a lasciare questo mondo. Riconoscere di essere nudi ci aiuta ad essere vestiti - e a portare frutto - nella grazia di Cristo.

Spogliamoci dunque di noi stessi e della nostra tristezza - tristezza mortale in verità - e rivestiamoci dell'abito della gioia che solo Lui, Signore e maestro può donarci.

lunedì 11 luglio 2011

Don Alessandro Reggiani



Un altro caro amico è diventato sacerdote.



Alessandro, anzi Don Alessandro.



Caro Alessandro questa è una lettera aperta per te.



Grazie per il tuo "sì".



Conosco la tua storia e abbiamo condiviso tanti momenti insieme.



Ora è bello vedere questa tua fotografia: sei meraviglioso.



Sei tutto di Dio, oltre i tuoi errori e la tua umanità perchè tu es sacerdos in aeternum.



Ti sei sempre affidato alla Regina della Pace e proprio nel suo giorno sei diventato sacerdote: segno grande per te e per tutti noi.



Nella preghiera hai affrontato i momenti difficili e proprio questi sono stati la tua scuola, certamente più dura e impegnativa della tua laurea in ingegneria.



Ti sei sempre preparato scrupolosamente nello studio e nella pastorale e nello stesso tempo eri pronto anche per una bella partita di calcetto.



I rosari detti insieme per strada o in Cappella, le nostre conversazioni sulla Chiesa e la sua storia, l'idea di riportare nei seminari la mistica, l'adorazione eucaristica e tutte le nostre conversazioni e confronti... sono tanti i ricordi e tanto e profondo è quello che ha unito te, me e don Alessandro De Parri.



La Regina della Pace ti ha preso per mano: sei il suo figlio prediletto.



Oggi rileggo ancora la tua lettera.



Sono così felice e con le lacrime ringrazio Dio.



Non ti mancherà mai la mia preghiera e quella del Movimento Gospa ma tu non fare mancare a noi la tua benedizione.



Ti abbraccio con affetto: siamo uniti nel Signore e pronti a dare la vita per Lui sempre, in ogni istante.



La tua vita sia una Santa Messa... la nostra vita sia una Santa Messa: sacrificio gradito a Dio.



Sii sale della terra, luce che sta sopra il moggio, canale di misericordia e tenerezza, di giustizia e forza, voce che grida nel deserto ma anche sopra i tetti.



Spezza per noi il Pane... oggi.






Tuo Dario Maria





sabato 9 luglio 2011

Don Stefano Gobbi prega per noi




Nel giorno della solennità di Pietro e Paolo e nell'ora della Divina Misericordia, don Stefano Gobbi è tornato a Casa.

Molti lo conoscono per il Movimento Sacerdotale Mariano e per i messaggi che diffondeva da quando a Fatima ebbe le prime locuzioni interiori nel 1972.

Noi lo vogliamo ricordare come un uomo di Chiesa, fedele al Papa, apostolo di Maria in quanto molto innamorato della nostra cara Mamma e apostolo delle genti in quanto diffuse e "fece tornare di moda" (scusate il virgolettato ma rende molto l'idea della realtà) l'importante atto di consacrazione della propria persona alla Madonna e al Suo Cuore Immacolato attraverso una seria preparazione.

Una seria preparazione che non si deve intendere sotto l'aspetto culturale, ma spirituale: preghiera, fedeltà alla preghiera quotidiana, sacramenti e Sacra Scrittura.

Devozione intesa come azione, coscientizzazione.
Don Stefano Gobbi aveva visitato più volte i cinque continenti per presiedere i Cenacoli Regionali, facendo circa 900 voli di aereo e numerosi viaggi in macchina e in treno ed ha fatto 2.210 Cenacoli, di cui 1.015 in Europa, 840 in America, 97 in Africa, 116 in Asia e 142 in Oceania.

Dopo il 1995 fino a ieri, Don Gobbi ha continuato a presiedere i Cenacoli in tutti i cinque i continenti nonostante l'età e un grosso infarto.
Le 3 del pomeriggio ci indicano l’ora della Misericordia, la Coroncina della Divina Misericordia, e Don Gobbi per molti anni portò nel mondo l’annuncio della Misericordia di Gesù.
Al Movimento, diffuso oggi in tutto il mondo, aderiscono alcuni Cardinali, oltre 350 Arcivescovi e Vescovi, 150.000 Sacerdoti del clero secolare e di tutti gli Ordini e Istituti Religiosi, oltre a decine di milioni di fedeli.

Ogni giudizio lo lasciamo alla Santa Madre Chiesa, noi siamo certi che pregherà per tutti noi e che anche oggi ci sta invitando a fare quello che fece lui: diffondere la consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, la preghiera del Rosario, la Coroncina della Divina Misericordia.

In che modo?

Facendo noi per primi tutto questo... ogni giorno, più volte al giorno.

Fede... fedeltà... questo ci chiede Dio, questo consola il suo Cuore, per questo intercede la Madonna per noi come ci ha ricordato ancora nell'ultimo messaggio del 2 a Medjugorje.

Abbiamo conosciuto personalmente Padre Adriano Gerli, Padre Tito, Madre Teresa di Calcutta, Fratel Ettore, Don Benzi, Giovanni Paolo II... il Movimento Gospa è impregnato di questi insegnamenti viventi di santità e ha avuto il dono di ricevere l'unica statua fino ad oggi benedetta da un Papa di Maria Regina della Pace di Medjugorje (se escludiamo quella di Civitavecchia che però arrivò nella mani del Santo Padre per il fenomeno straordinario della lacrimazione).

Anche questi sono segni che non possiamo dimenticare o sottovalutare.


Caro don Stefano Gobbi, prega per noi!

venerdì 8 luglio 2011

La Madre Chiesa Cattolica e i figli e le figlie omosessuali: indicazioni, aiuto, sostegno, presenza e... TANTO AMORE!

La Commissione per la dottrina della Conferenza Episcopale Canadese (CECC) ha pubblicato il 27 giugno una lettera sul ministero pastorale con giovani che provano attrazione per persone dello stesso sesso.
Mentre gli atti omosessuali sono sempre oggettivamente sbagliati, le inclinazioni non costituscono di per sé un peccato o una mancanza morale”, indicano i Vescovi.
Per molta gente l'attrazione omosessuale è una prova. I pastori devono quindi avvicinarsi con molta prudenza e carità”.
Le persone che provano un'attrazione erotica e affettiva per persone dello stesso sesso in modo predominante e non solo episodico “devono essere accolte con rispetto, misericordia e delicatezza”, sottolinea il testo, evitando qualsiasi “discriminazione ingiusta”.
“Queste persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita”.
Nella lettera, la commissione episcopale lamenta che “l'ingiustizia, l'odio o la violenza nell'incontro di persone con tendenze omosessuali si verifichino purtroppo ancora troppo spesso tra noi”, esortando “a non perpetrarli con parole o azioni”.
Il documento ricorda che la Chiesa non condanna mai le persone che sentono un'attrazione omosessuale, sottolineando anche che “nell'insegnamento e nei documenti ufficiali della Chiesa non si usano le parole 'gay' né 'lesbica' per designare queste persone”, visto che “non evocano la persona con la pienezza e la ricchezza che la Chiesa riconosce e rispetta in ogni uomo e in ogni donna”.
Esistere per un altro
La lettera indica poi che “la complementarietà tra l'uomo e la donna è inerente al disegno creatore”.
“L'uomo è chiamato a esistere 'per' l'altro, a diventare un dono”, sottolinea il testo, citando la Lettera Apostolica Mulieris Dignitatem di Giovanni Paolo II, e si riferisce alla sessualità umana come a un “segno potente dell'amore oblativo di Dio”.
Allo stesso modo, indica che “l'atto genitale posto fuori dall'alleanza del matrimonio non può compiere la doppia finalità voluta dal Creatore”: l'approfondimento dell'amore tra gli sposi e la procreazione e l'educazione dei figli.
I Vescovi indicano anche che il processo che sperimentano tutti i giovani per comprendere e integrare la propria identità sessuale è “a lungo termine”.
“Può anche incontrare numerosi ostacoli”, aggiungono, citando “la pressione dei mezzi di comunicazione (in particolare Internet), il relativismo morale ampiamente esteso e l'edonismo diffuso da una società secolarizzata”.
Per vincerli, “la comunità cattolica ha anche la responsabilità di testimoniare la verità completa sulla sessualità umana”, contrastando le “false nozioni di libertà” che possono disorientare i giovani e nuocere loro.
“Per i giovani che vivono un'attrazione omosessuale e per coloro per i quali il matrimonio non è un'opzione, scegliere la castità come valore positivo rappresenta una sfida grande e costante”, affermano i Vescovi.
Rivolgendosi a chi li accompagna, segnalano la necessità di “esortarli a vivere il loro celibato castamente come discepoli di Gesù che continuano la via del sacrificio fino alla gloria della vita eterna”.
Citando la Lettera di San Paolo ai Colossesi, ricordano che “innumerevoli cristiani nel corso dei secoli hanno scoperto che l'amicizia di Gesù e la sua sollecitudine apportano la cura interiore e la pace e ci rendono capaci di dar frutto per la vita del suo corpo, la Chiesa”.
In questo senso, spiegano che “lungi dall'essere condannata a una 'vita senza amore', la persona con tendenze omosessuali è chiamata a vivere nell'amore e nella grazia di Gesù Cristo”.
“Solo Lui riempie la nostra personalità umana e la eleva al Padre – aggiungono –. Una vita così comporta il dono e il sacrificio di se stessi, prove di un amore autentico per Dio e per i nostri fratelli e le nostre sorelle”.
Suggerimenti per genitori e figli
Circa i genitori che hanno un figlio con tendenze omosessuali, il testo indica la necessità di avere “pazienza, dominio di sé, prudenza e comprensione”.
“Ricordate che vostro figlio, ora più che mai, ha bisogno di voi e della vostra famiglia”, ricordano i Vescovi, sottolineando che i figli sono sempre un dono di Dio e invitando a “cercare di agire con amore e confidando nella Provvidenza divina”, accogliendo il figlio, esortandolo ad essere fedele alla vita spirituale e, se necessario, sollecitando l'accompagnamento di un sacerdote o l'aiuto di un consigliere.
Avvertono anche della tentazione al suicidio che possono sperimentare alcune persone “quando non riescono più a negare o a ignorare una profonda tendenza omosessuale”, e chiedono che “i consulenti professionali e gli psicologi che ricevono i giovani si distinguano per la loro maturità umana e spirituale” e aderiscano all'insegnamento della Chiesa sull'omosessualità e la castità.
Ai giovani con tendenze omosessuali, i Vescovi esprimono vicinanza e chiedono di accettare l'amore di Dio e di ricordare che “fin da prima della creazione del mondo siete stati scelti per essere santi e immacolati alla sua presenza”.
In concreto, li esortano a “pregare senza sosta” e ad “essere vigili”, ad “accostarsi frequentemente ai sacramenti” e a “coltivare amicizie virtuose”.
Allo stesso modo, apprezzano nella lettera la testimonianza di uomini e donne con tendenze omosessuali che “testimoniano il Vangelo attraverso la loro generosità e il loro servizio della carità nella verità”.

giovedì 7 luglio 2011

Medjugorje: i lavori della Commissione e il punto di vista di Padre Stefano De Fiores



Medjugorje: un fenomeno «ecclesiale» davanti al quale «sia i teologi che i fedeli sono chiamati a non rimanere passivi» perché la decisione finale sull’autenticità delle presunte apparizioni sia il frutto di un «discernimento condiviso da tutti». Per padre Stefano De Fiores, mariologo della Pontificia facoltà teologica Marianum, ciò che da 30 anni accade a Medjugorje ha assunto un’importanza tale da non poter lasciare indifferenti. Testimonianza ne è il fatto che il Papa ha voluto «avocare a sé, con l’aiuto di una Commissione internazionale, la decisione ufficiale sulla veridicità delle "visioni" e dei messaggi».



Perché tutta questa importanza?



Medjugorje oggi è una meta di pellegrinaggi e anche un punto di riferimento per molti in tutto il mondo. Numerose persone lì hanno sperimentato qualcosa che ha toccato e cambiato la loro vita: davanti ai tanti che hanno vissuto un’esperienza positiva di conversione, di revisione di vita e di crescita nella fede tutti i ragionamenti vanno sospesi, perché non si può negare l’esperienza. Di tutto questo non si può che ringraziare il Signore.



Una Commissione è al lavoro sull’autenticità delle apparizioni mariane: quali i criteri che si usano in questo casi?



Nella verifica di casi come questo il primo punto riguarda la credibilità dei «veggenti». A Medjugorje i medici e gli esami scientifici hanno escluso che si tratti di persone allucinate o malate. Ma anche se la scienza non ci avesse detto niente riguardo a questo mi pare che il loro grado di credibilità si esprima bene nel modo in cui conducono la loro vita: sono persone normali, padri e madri di famiglia, che danno una testimonianza semplice di vita cristiana.



E gli altri criteri?



Il secondo riguarda il contenuto dei messaggi : in nessuno di essi si è trovato qualcosa che sia contro l’ortodossia della Chiesa. Anzi essi appaiono pienamente evangelici: invitano alla preghiera, al digiuno, alla pace, alla concordia, alla fraternità. E sono evangelici anche nello stile poiché lasciano sempre spazio alla responsabilità e alla libertà personale. Il terzo criterio, infine, sono i frutti. Chi si reca a Medjugorje rimane colpito dal clima di preghiera e di intima comunione con Dio. Certo esistono anche incomprensioni attorno al fenomeno, ma queste non possiamo addebitarle ai «veggenti» o alle «apparizioni», perché dipendono piuttosto dalla situazione storica, ambientale e pastorale del luogo.



Si delinea quindi un riconoscimento positivo ufficiale?



La decisione finale spetterà al Papa. La Chiesa nel 1991 con la dichiarazione di Zara si pronunciò in modo «attendista», sospendendo cioè il giudizio. Certo quel documento chiedeva ai vescovi di non organizzare pellegrinaggi per non dare l’impressione che la Chiesa fosse già giunta a una decisione. Molti vescovi, però, vi si recano in forma privata perché sentono l’esigenza di non rimanere passivi davanti al fenomeno: anche la loro esperienza contribuirà al discernimento che porterà alla valutazione ufficiale.



Che significato dare ai dieci messaggi che la Vergine avrebbe affidato ai presunti veggenti?



Innanzitutto va ricordato che la Rivelazione si è conclusa con Cristo e che quindi ogni messaggio successivo, anche quelli mariani, non fanno altro che riprendere quello che è già stato rivelato dal Figlio di Dio. Per dirla con san Tommaso, allora, questi messaggi sono forme della profezia della Chiesa, che è fondata sugli Apostoli e sui profeti. I messaggi segreti appartengono al genere «apocalittico» e con essi in realtà Maria vuole solo alimentare la speranza. L’autentico messaggio dell’Apocalisse, infatti, è che le forze del bene trionferanno su quelle del male. Ma il cammino del bene è continuamente osteggiato dal male e quindi il richiamo della Madonna è fondamentalmente a una continua vigilanza, perché la Chiesa non ceda ai compromessi, non si addormenti aspettando passivamente una vittoria ultima del bene.



È per questo che da Medjugorje l’invito più pressante è quello alla preghiera?



Certo, non basta l’obbedienza a Dio ma è necessario il dialogo con lui per vivere da figli. E la preghiera non deve essere un grido nelle necessità ma un sistema di vita che ci colloca nella relazione con il Padre.


avvenire.it

domenica 3 luglio 2011

Medjugorje: messaggio della Regina della Pace dato a tutti noi attraverso Mirjana



Cari figli,



oggi per la vostra unione con mio Figlio, vi invito ad un passo difficile e doloroso. Vi invito al riconoscimento completo ed alla confessione dei peccati, alla purificazione. Un cuore impuro non può essere in mio Figlio e con mio Figlio. Un cuore impuro non può dare un frutto d'amore e di unità. Un cuore impuro non può compiere cose rette e giuste, non è un esempio della bellezza dell'Amore di Dio per coloro che gli stanno attorno e che non l'hanno conosciuto. Voi, figli miei, vi riunite attorno a me pieni di entusiasmo, di desideri e di aspettative, ma io prego il Padre Buono di mettere, per mezzo dell0 Spirito Santo del mio Figlio, la fede nei vostri cuori purificati.

Figli miei, ascoltatemi, incamminatevi con me

sabato 2 luglio 2011

Dio vuole donarti il suo cuore!



Allora Abramo gli si avvicinò e gli disse: "Davvero sterminerai il giusto con l'empio? ".



Dio è innamorato di Abramo perché egli non è solo l'uomo del "timor di Dio", della Fede robusta e sofferta che genererà una moltitudine, ma anche perché Egli è l'uomo che vede come Dio e pensa come Dio.



E' uno scienziato in termini spirituali.



E' uomo di Scienza.



Come un padre gioisce che il proprio figlio balbetti le prime parole e muova i primi passi, così Dio ama nascondersi per suscitare in noi la fede e le "viscere di misericordia".



Dio, l'umile per eccellenza, ama farsi da parte perché la nostra personalità emerga e si trasfiguri e si divinizzi.



Così Egli fa lo stesso con Abramo: eccita la fede e la compassione del patriarca perché sia icona di come ciascuno di noi è chiamato a "sentire" e, soprattutto, perché impariamo a conoscere il cuore di Dio carico e traboccante di Amore.



Allo stesso modo Gesù farà con sua madre Maria alle nozze di Cana, Dio stimola alla crescita perché tutta la bellezza autentica della creatura venga fuori.



Non è una bellezza sguaiata e sensuale ma la bellezza sobria dei figli di Dio. Quella bellezza che sostiene il mondo in maniera misterica ma anche concretissima. Quella bellezza e quella "realizzazione" che il mondo non può dare perché non la conosce ma che il cuore di Dio, che conosce bene tutte le profondità del nostro cuore, ama voler dare ad ogni sua creatura. Egli che veramente serve ciascuno di noi come il più premuroso dei padri e il più appassionato degli amanti.

venerdì 1 luglio 2011

I ricordi affettuosi di Benedetto XVI nel 60° anniversario di sacerdozio

Benedetto XVI ha lasciato spazio alle confidenze.

“Non vi chiamo più servi ma amici”: queste parole di Gesù costituiscono, ha confessato, il ricordo più intimo di quella splendida giornata estiva in cui insieme a 43 seminaristi, tra cui suo fratello Georg, ricevette l'ordinazione sacerdotale dalle mani del Cardinale Michael von Faulhaber (1869-1952) nella Cattedrale di Frisinga, vicino Monaco.

Le pronunciò il porporato, grande oppositore del nazismo, ai nuovi sacerdoti al termine della cerimonia di ordinazione, e Joseph Ratzinger sentì che era Cristo stesso a rivolgersi a lui.

“Io sapevo e avvertivo che, in quel momento, questa non era solo una parola 'cerimoniale', ed era anche più di una citazione della Sacra Scrittura. Ne ero consapevole: in questo momento, Egli stesso, il Signore, la dice a me in modo del tutto personale”, ha confessato rivolgendosi ai fedeli che riempivano il tempio più grande del cattolicesimo.

Tra questi c'erano i 41 Arcivescovi metropoliti di tutto il mondo nominati nell'ultimo anno, ai quali durante il rito ha consegnato il pallio, simbolo della loro comunione con il Papa.

Era presente anche una delegazione del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, un gesto con cui il Patriarca Bartolomeo I si unisce tutti gli anni al “giorno del Papa”, conferendo in questo modo all'incontro un chiaro carattere ecumenico.

Benedetto XVI ha spiegato come nell'ordinazione abbia compreso che Cristo “mi chiama amico”.

“Mi accoglie nella cerchia di coloro ai quali si era rivolto nel Cenacolo – ha affermato nell'omelia –. Nella cerchia di coloro che Egli conosce in modo del tutto particolare e che così Lo vengono a conoscere in modo particolare. Mi conferisce la facoltà, che quasi mette paura, di fare ciò che solo Egli, il Figlio di Dio, può dire e fare legittimamente: Io ti perdono i tuoi peccati”.

“Egli si confida con me: 'Non più servi ma amici'. Egli mi affida le parole della Consacrazione nell’Eucaristia. Egli mi ritiene capace di annunciare la sua Parola, di spiegarla in modo retto e di portarla agli uomini di oggi. Egli si affida a me”, ha proseguito sintetizzando a distanza di sei decenni l'emozione della sua prima Messa.

Questa evocazione è poi diventata una supplica umile e molto personale: “Signore, aiutami a conoscerti sempre meglio! Aiutami ad essere sempre più una cosa sola con la tua volontà! Aiutami a vivere la mia vita non per me stesso, ma a viverla insieme con Te per gli altri! Aiutami a diventare sempre di più Tuo amico!”.

Il Papa ha avuto la gioia di poter celebrare questo anniversario con suo fratello, monsignor Georg, musicista che per anni ha diretto i piccoli cantori della Cattedrale di Ratisbona (Domspatzen).

La musica sacra è stata il sottofondo del loro incontro nel Palazzo Apostolico, aiutandoli a rivivere più intimamente il giorno più importante della loro vita.

Benedetto XVI: il giogo di Cristo è dolce ma esigente

Ieri, 30 giugno, 41 Arcivescovi hanno ricevuto il simbolo dell'unione con Pietro.
Benedetto XVI ha ricordato, nel giorno della festa dei Santi Pietro e Paolo, ai 41 nuovi Arcivescovi che il giogo di Cristo è d'amicizia, ma è anche esigente e “plasma”.

Ogni anno, in questa festa, i nuovi Arcivescovi della Chiesa (o coloro che erano già Arcivescovi ma che sono stati designati a nuove Arcidiocesi) ricevono il pallio, una fascia circolare che porteranno sulle spalle, segno di comunione con il Papa. Questo mercoledì la celebrazione è stata ancora più importante visto che il Pontefice celebrava il suo 60° anniversario di ordinazione sacerdotale.

Dopo una profonda riflessione sul suo sacerdozio e sulle lezioni di sei decenni, il Vescovo di Roma si è concentrato sulle parole di Cristo “Non vi chiamo più servi ma amici” e si è rivolto a quanti ricevevano il pallio.

Brasile e Stati Uniti sono le Nazioni che hanno il maggior numero di Arcivescovi, rispettivamente sette e quattro, anche se due degli Stati Uniti sono nati in Messico.

Il pallio, ha detto il Papa, “può ricordarci innanzitutto il giogo dolce di Cristo che ci viene posto sulle spalle. Il giogo di Cristo è identico alla sua amicizia. È un giogo di amicizia e perciò un 'giogo dolce', ma proprio per questo anche un giogo che esige e che plasma. È il giogo della sua volontà, che è una volontà di verità e di amore”.

Il Santo Padre ha sottolineato che il pallio è fatto di lana: “ci ricorda così il Pastore diventato Egli stesso Agnello, per amore nostro”.

“Ci ricorda Cristo che si è incamminato per le montagne e i deserti, in cui il suo agnello, l’umanità, si era smarrito. Ci ricorda Lui, che ha preso l’agnello, l’umanità – me – sulle sue spalle, per riportarmi a casa”.

“Ci ricorda in questo modo che, come Pastori al suo servizio, dobbiamo anche noi portare gli altri, prendendoli, per così dire, sulle nostre spalle e portarli a Cristo. Ci ricorda che possiamo essere Pastori del suo gregge che rimane sempre suo e non diventa nostro”.

“Infine, il pallio significa molto concretamente anche la comunione dei Pastori della Chiesa con Pietro e con i suoi successori – significa che noi dobbiamo essere Pastori per l’unità e nell’unità e che solo nell’unità di cui Pietro è simbolo guidiamo veramente verso Cristo”, ha concluso.

martedì 28 giugno 2011

EUCARISTIA: "antidoto" alla società individualistica! (Benedetto XVI)

Nella società odierna, spesso marcata da uno spiccato individualismo, l'Eucaristia fornisce un valido “antidoto” esortando alla comunione.
Papa Benedetto XVI lo ha sottolineato questa domenica, solennità del Corpus Domini, introducendo la recita della preghiera mariana dell'Angelus in Piazza San Pietro in Vaticano.
Davanti ai fedeli e ai pellegrini giunti per l'occasione in una mattinata di sole e caldo, il Pontefice ha ricordato che quella che la Chiesa celebrava questa domenica è “la festa dell’Eucaristia, il Sacramento del Corpo e Sangue del Signore, che Egli ha istituito nell’Ultima Cena e che costituisce il tesoro più prezioso della Chiesa”.


“L’Eucaristia è come il cuore pulsante che dà vita a tutto il corpo mistico della Chiesa: un organismo sociale tutto basato sul legame spirituale ma concreto con Cristo”, ha osservato.

“Senza l’Eucaristia la Chiesa semplicemente non esisterebbe”, perché è questa “che fa di una comunità umana un mistero di comunione, capace di portare Dio al mondo e il mondo a Dio”.

“In una cultura sempre più individualistica, quale è quella in cui siamo immersi nelle società occidentali, e che tende a diffondersi in tutto il mondo, l’Eucaristia costituisce una sorta di 'antidoto', che opera nelle menti e nei cuori dei credenti e continuamente semina in essi la logica della comunione, del servizio, della condivisione, insomma, la logica del Vangelo”, ha proseguito Benedetto XVI.

“Segno evidente di questo nuovo stile di vita”, ha sottolineato, erano i primi cristiani, a Gerusalemme, “perché vivevano in fraternità e mettevano in comune i loro beni, affinché nessuno fosse indigente”.

“Da che cosa derivava tutto questo?”, ha chiesto il Pontefice. “Dall’Eucaristia, cioè da Cristo risorto, realmente presente in mezzo ai suoi discepoli e operante con la forza dello Spirito Santo”.

“E anche nelle generazioni seguenti, attraverso i secoli, la Chiesa, malgrado i limiti e gli errori umani, ha continuato ad essere nel mondo una forza di comunione”, ha aggiunto, esortando a pensare in particolare “ai periodi più difficili, di prova” - “che cosa ha significato, ad esempio, per i Paesi sottoposti a regimi totalitari, la possibilità di ritrovarsi alla Messa Domenicale”.

“Come dicevano gli antichi martiri di Abitene: 'Sine Dominico non possumus' – senza il 'Dominicum', cioè senza l’Eucaristia domenicale non possiamo vivere”.

“La comunione con il Corpo di Cristo – ha indicato – è farmaco dell’intelligenza e della volontà, per ritrovare il gusto della verità e del bene comune”.

Nel suo saluto in italiano ai presenti, il Papa ha poi affermato di avere “la gioia di annunciare la proclamazione di alcuni nuovi Beati”.

“Ieri, ad Amburgo, dove furono uccisi dai nazisti nel 1943, sono stati beatificati Johannes Prassek, Eduard Müller ed Hermann Lange – ha ricordato –. Oggi, a Milano, è la volta di Don Serafino Morazzone, parroco esemplare nel Lecchese tra XVIII e XIX secolo; di Padre Clemente Vismara, eroico missionario del PIME in Birmania; e di Enrichetta Alfieri, Suora della Carità, detta 'angelo' del carcere milanese di San Vittore”.

“Lodiamo il Signore per questi luminosi testimoni del Vangelo!”, ha esclamato.

Ricordando che in questa domenica che precede la solennità dei Santi Pietro e Paolo si celebrava in Italia la Giornata per la carità del Papa, il Pontefice ha poi concluso ringraziando “vivamente tutti coloro che, con la preghiera e con le offerte”, sostengono il suo “ministero apostolico e di carità”.

Preghiera del Papa Benedetto XVI per l'anniversario del suo sacerdozio















Ecco il testo della preghiera che Papa Benedetto XVI ha composto per il 60° anniversario della sua ordinazione sacerdotale, che si celebrerà mercoledì 29 giugno, festa dei Santi Pietro e Paolo.

Signore,
noi ti ringraziamo
perché hai aperto il tuo cuore per noi;
perché nella tua morte e nella tua resurrezione
sei diventato fonte di vita.
Fa’ che siamo persone viventi,
viventi dalla tua fonte,
e donaci di poter essere anche noi fonti,
in grado di donare a questo nostro tempo
acqua della vita.
Ti ringraziamo
per la grazia del ministero sacerdotale.
Signore, benedici noi
e benedici tutti gli uomini di questo tempo
che sono assetati e in ricerca.
Amen.
Benedictus PP XVI

domenica 26 giugno 2011

30 anni di Medjugorie: 25 giugno - APPARIZIONE ANNUALE DI IVANKA

La veggente Ivanka Ivanković Elez ha avuto la sua consueta apparizione annuale oggi, 25 giugno 2011.

In occasione dell’ultima apparizione quotidiana del 7 maggio 1985 la Madonna, rivelandole il decimo ed ultimo segreto, disse a Ivanka che per tutto il resto della sua vita avrebbe avuto un’apparizione all’anno nel giorno dell’Anniversario delle apparizioni.

Così è avvenuto anche quest’anno.

Ivanka ha avuto l’apparizione, durata 8 minuti, nella sua casa. All’apparizione era presente soltanto la famiglia di Ivanka. Dopo l'apparizione la veggente Ivanka ha detto: La Madonna mi ha parlato del primo segreto ed alla fine ha detto: „Cari figli, ricevete la mia benedizione materna.“

medjugorje.hr

sabato 25 giugno 2011

30 anni di Medjugorje: Messaggio straordinario della Regina della Pace dato a tutti noi tramite Ivan

Cari figli,


anche oggi mi rallegro con voi, anche oggi nella gioia vi invito: accogliete i miei messaggi e vivete i miei messaggi.



Che i miei messaggi diventino vita!



Incastonateli nelle vostre vite, che questo sia il nutrimento nel vostro cammino di vita.



Sappiate, cari figli, che sono con voi quando attraversate i momenti più difficili, che vi incoraggio e consolo, che intercedo presso mio Figlio per tutti voi.



Perciò, cari figli, perseverate nella preghiera e non temete!



Seguitemi senza paura.



Grazie, cari figli, anche oggi per avermi nuovamente accolto e per aver accolto i miei messaggi e perchè vivrete i miei messaggi

30 anni di Medjugorje: Messaggio del 25 della Regina della Pace dato a tutti noi tramite Marija

Cari figli,


ringraziate con me l'Altissimo per la mia presenza con voi.



Gioioso è il mio cuore guardando l'amore e la gioia che avete nel vivere i miei messaggi.



In molti avete risposto ma aspetto e cerco tutti i cuori addormentati affinchè si sveglino dal sonno dell'incredulità.



Avvicinatevi ancora di più, figlioli, al mio Cuore Immacolato perchè possa guidarvi tutti verso l'Eternità.



Grazie per aver risposto alla mia chiamata

30 ANNI DI M E D J U G O R J E: 30 anni di vita con la Gospa verso il Paradiso!!! AUGURI!!!

MEDJUGORJE



W LA REGINA DELLA PACE

A LEI CONSACRIAMO LA VITA, TUTTO!

Nostra amata mamma, prega per noi!!!


30 anni di Medjugorje!!!


AUGURI AUGURI AUGURI!!!

venerdì 24 giugno 2011

30 anni di Medjugorje: GRAZIE!



Guardiamo Gesù: lui è la Verità, lui è la Vita, lui è la Via!

Lui è il Signore che regna.

Questo pezzo di Pane consacrato è la cosa più importante che abbiamo e siamo chiamati a dare tutto per quel pezzo di Pane.

Gesù per venirci incontro e per non soffocarci con la sua maestosa presenza si è incarnato, per non farci paura e per rispettare la nostra fragilità si è fatto bambino.

Ci ha insegnato a chiamare Dio come Padre e ci ha assicurato che è un Padre a tutti gli effetti.

Per stare sempre con noi visibilmente perchè sa che abbiamo bisogno di "vedere" si lascia contenere da un pezzo di Pane consacrato.

Eppure noi siamo ciechi pieni di orgoglio così terribilmente presuntuosi... il peccato mortale, quello contro i dieci comandamenti, ci dovrebbe fare orrore.

Gesù per amore ha scelto di mettere la sua carne in croce per aprirci il Paradiso.

Ci ha dato lo Spirito.

Ci ha dato sua Madre...

Dio ci ha dato tutto.

Questa vita non basta per ringraziarlo, eppure perdiamo tante occasioni, eppure per una cosa buona ne facciamo dieci sbagliate...

Come fare?

Offriamo al Signore tutto il buono di noi ma anche tutto il male: come Lui ha fatto con noi, anche noi offriamo tutto a Lui.

Mettiamoci insomma la buona volontà senza pensare ai risultati. Con il cuore diamo tutto a Gesù anche i pensieri o le azioni di cui ci vergognamo.

Gesù passa, Gesù guarisce: Lui fa rifiorire il deserto, Lui è il Principe della Pace.

Un segreto?

Stiamo attaccati a Maria!

Restiamo fedeli alla sua scuola, come nel cenacolo: i tempi nuovi stanno per arrivare e il Signore ha bisogno dei suoi amici per i tempi che verranno.

30 anni di Medjugorje non sono uno scherzo o un fatto da prendere banalmente.

La Madonna ci invita ogni volta a essere cattolici, a vivere in stato di grazia, a pregare e a fare sacrifici per salvare la nostra anima e per aiutare lei nell'intercedere per chi ancora non conosce l'amore di Dio.

Per questo ci siamo presi l'impegno di pregare tra oggi e domani le 1000 AVE: la nostra Mamma del Cielo intercede in ogni istante per noi, anche quando noi ci dimentichiamo di Lei... Ma anche lei ha bisogno delle nostre preghiere e spesso ce le chiede esplicitamente.

Vogliamo aiutare la nostra mamma o perdiamo tempo nel chiacchierare della bellezza di Medjugorje perdendo così di vista il messaggio di Medjugorje?!?

Medjugorje è la conclusione di Fatima, ormai è evidente a tutti, ed è la chiave di lettura di La Salette, ma ne riparleremo come ancora non è stato fatto.

Oggi per tutti noi è un giorno di festa. Oggi non è il momento del digiuno.

Oggi il mio grazie va alla Regina della Pace che mi ha fatto incontrare Gesù, vivo nella Sua Chiesa.

Oggi e domani sono giorni che voglio stare solo con mia mamma.

Oggi è il momento delle coccole e del mangiare insieme.

Oggi è il giorno del riposo sentendo le sue carezze.

Oggi le affido il Santo Padre, il mio Papa, Benedetto XVI che proprio in questa settimana ha festeggiato l'anniversario del suo sacerdozio.

Oggi le parlo di massoni e maghi vari che il 24 giugno hanno ricorrenze particolari: nel cercare la luce vagano nel buio... la luce non è un qualcosa che costruiamo con filosofie, ma è una persona: Gesù e non è da cercare, ma da accogliere perchè Lui c'è.

Almeno per oggi non voglio dare a Maria i miei pensieri e le mie preoccupazioni ma semplicemente starle accanto e dirle: "Grazie, ti voglio bene,... ti voglio aiutare: sono tutto tuo o Maria!"

GMG Madrid 2011: il Papa consacrerà i giovani al cuore di Gesù!

A due mesi dalla Giornata Mondiale della Gioventù, i preparativi fervono, i musicisti accordano gli strumenti, le immagini della Via Crucis si accingono a viaggiare per la capitale spagnola, la croce e l'icona continuano il loro pellegrinaggio per la geografia ecclesiale e si annuncia che Papa Benedetto XVI consacrerà i giovani al cuore di Gesù durante la veglia di Cuatro Vientos.
Il mese di giugno è tradizionalmente dedicato al Sacro Cuore. Per questo, gli organizzatori della GMG hanno anticipato la notizia.
Nella veglia all'aerodromo di Cuatro Vientos del 20 agosto, il Pontefice consacrerà tutti i giovani al Sacro Cuore di Gesù.
“Iniziate già a chiedere a Gesù di rendere il nostro cuore e quello di tutti i giovani che verranno con noi alla GMG come il suo in questi due mesi che restano”, hanno esortato gli organizzatori.
Nel frattempo, in un monastero di Brooklyn (New York, Stati Uniti), una comunità monastica si affanna a preparare parte degli ornamenti per le cerimonie con il Papa.
La comunità monastica Edith Stein ha voluto apportare il suo aiuto alla GMG. Quando ha saputo dell'iniziativa “Cucire e cantare”, che sta dando a molte persone l'opportunità di aiutare la GMG confezionando i teli per le cerimonie con il Papa, non ha esitato a collaborare.
Le ancelle del Signore e della Vergine di Matará, fondazione argentina, hanno confezionato 25 stole viola: “Sappiamo che verranno usate durante la Giornata, e poi verranno donate alle missioni più bisognose”, hanno commentato.
Per pagare le spese, hanno confidato nella Provvidenza senza sapere come avrebbero potuto sostenere il costo di tutto il materiale (tela, filo, ecc.). La loro fiducia ha ottenuto una risposta, e anche l'invio dagli Stati Uniti sarà possibile grazie a donazioni.
Di tutta questa iniziativa, la comunità sottolinea il fatto di aver sperimentato in modo molto pratico ciò che vuol dire appartenere alla grande famiglia della Chiesa.
“Possiamo sicuramente dire che stiamo partecipando alla Giornata non solo con ciò che ci è più proprio, la preghiera, ma anche con il nostro lavoro manuale, la confezione di ornamenti per il culto a Dio”.

giovedì 23 giugno 2011

30 anni di Medjugorie: 9 giorno



Siamo arrivati alla conclusione di questo piccolo cammino.


Abbiamo condiviso dei pensieri semplici e pregato insieme.

Tante volte abbiamo pregato Dio per intercessione della Sua e nostra Madre perchè spesso la vita ci è sembrata difficile, piena di ostacoli e difficoltà...

Eppure, ricordiamolo ancora, Dio che ha creato il mondo senza di noi, lo vuole salvare... ci vuole salvare con noi.

Tutto questo è volontà di Dio. Lui è legato a noi e noi a Lui per amore.

Sappiamo bene che senza amore non si può vivere.

Allora oggi vogliamo dare una mano alla nostra mamma del Cielo: da ora fino al 25 vogliamo pregare per Lei, per le sue intenzioni e per i suoi progetti e anche pregare il Signore non solo per digli grazie o per chiedere ma perchè gli vogliamo bene... semplicemente perchè gli vogliamo bene.

Anche un Papà ha bisogno dell'abbraccio di un figlio e il nostro papà del Cielo non ha mai rifiutato un figlio, come a volte può purtroppo accadere tra noi.

Lasciamo perdere l'orgoglio... quante volte accade anche nei nostri gruppi che c'è chi si alza e mostra il suo bel sapere pure su Medjugorje, o si erge da guida spirituale, da maestro di consigli... ancora si cerca il primo posto e si è falsamente umili, pelosamente umili....

Prendiamo una bella immagine della Madonnina.

Diciamole che le vogliamo bene e chiediamole di darci prima della nostra morte la possibilità di fare una cosa veramente buona e santa che faccia repirare a chi ci sta vicino il Paradiso in modo da poter consolare Lei e il Padre che, statene certi, soffre anche ora da matti per i suoi figli che vogliono andare all'inferno.

Siamo solo creature ma all'Amore piace e consola sentirsi amato!

Dio ha fatto tanto, tutto per noi.


Signore io ti amo, ti voglio un gran bene. So di essere stato tante volte infedele o di essermi allontanato da te, ma sappi che ti voglio bene con tutto il mio cuore. Non voglio più staccarmi da te, voglio che tu sia felice e fiero di me... ognuno di noi continui con quello che sente nel cuore...


In questi giorni diciamo le 1000 Ave Maria: facciamo sentire a Maria che non le vogliamo bene ma... strabene!!!


GRAZIE PER AVER RISPOSTO ALLA MIA CHIAMATA


7 Pater - Ave - Gloria

Maria Regina della Pace e Gospa del mio cuore, prega per noi

mercoledì 22 giugno 2011

30 anni di Medjugorie: 8 giorno

Al termine di questo giorno e in attesa dell'anniversario, facciamo il punto della situazione.

Stiamo rispondendo alla chiamata di Maria?

Come ci sforziamo nel diffondere i messaggi di Medjugorje?

Siamo sale della terra?

La nostra vita è evangelica? E' il Signore sopra ogni cosa e tutto?

Cerchiamo la semplicità e l'umiltà?

Come andiamo incontro a chi ha bisogno?

Quanto tempo dedichiamo alla preghiera e alla meditazione della Parola di Dio?

Ci siamo decisi per il Paradiso?

Viviamo almeno senza il peccato mortale?

Facciamo dei fioretti?

Le domande che ci possiamo fare sono tante e queste sono solo alcune.

Fermiamoci... prendiamoci 5 minuti di silenzio...


Domani è l'ultimo giorno della novena e dobbiamo fare del nostro meglio per essere dei canali dell'amore di Dio.

Facciamo un momento di sacro silenzio: che parli la nostra anima.

Dammi il tuo cuore Maria per amare


7 Pater - Ave - Gloria


Maria, Regina della Pace e Vergine del Silenzio, Gospa della nostra vita, prega per noi!

martedì 21 giugno 2011

30 anni di Medjugorie: 7 giorno



Siamo sempre più vicini al giorno dell'Anniversario...

Che gioia!

In questa vita terrena, le cose belle ci sono e accadono.

Mafalda, personaggio dei fumetti creato da Quino, guardando un mappamondo eslamò: "Il mondo è un manicomio rotondo".

Non aveva tutti i torti...


Viviamo momenti bui per tanti motivi ma questo ci deve incoraggiare: il tramonto è l'anticipo di una nuova alba!

La presenza del Signore che sempre si china su di noi e che ascolta tutte le nostre preghiere, anche quelle più semplici e ingenue che sanno poco di eterno e molto di materiale, deve riempire i nostri cuori di speranza!


A Napoli c'è di nuovo il problema della spazzatura nonostante il nuovo sindaco abbia promesso che tutto si sarebbe risolto in cinque giorni, la natura ancora viene stuprata dall'uomo e vedrete che ancora sentiremo parlare di incendi, Maria appare con il titolo di Regina della Pace e il non ascoltarla sta portando a nuove guerre tra gli Stati e nelle famiglie, uomini di Chiesa si trasformano in assistenti sociali o politici senza portafoglio, il Papa fatica nel farci entrare nella testa tre concetti chiave e da vivere che ci permetteranno di entrare in Paradiso, i musulmani che sono convinti della loro religione e della purezza dei loro costumi hanno trasformato una bambina di nove anni in un pacco bomba...


Eppure ancora la nostra mamma del Cielo ci chiama e anche solo per un gesto piccolo ma buono offerto con il cuore ci dice grazie, mentre noi che siamo così bravi e ci reputiamo migliori di altri, magari oggi ci siamo dimenticati di ringraziare Dio che stiamo respirando, che abbiamo il dono del tempo e di una natura calda che ci avvolge e ci tempra.


Magari ci lamentiamo della malattia e ci dimentichiamo di ringraziare per chi ci sta accanto o per la scienza che ha scoperto nuovi farmaci per sentire meno dolore.


Ci dimentichiamo, insomma, di troppe cose.


Abbiamo problemi economici e non vediamo più chi sta morendo ancora di fame e di sete. Vorremmo dare di più ai nostri figli, ai nostri genitori e dimentichiamo di prendere in mano un rosario e pregare per loro e offrire a Dio dei fioretti per loro.

Ci dimentichiamo, mentre il Signore conosce il numero dei capelli che stanno sul nostro capo e ci ha amato ancor prima che si formassero le nostre membra quando eravamo nel ventre di nostra madre.


Tutto passa. solo Dio resta. Se si è con Dio non si può vivere senza speranza e senza gioia.


Se siamo nel turbamento o non riusciamo a uscire dal buio dobbiamo alzare la testa... guardare la stella, la stella maris... chiamare Maria.


Il Signore ci ha dato tutto e di più... non dimentichiamoci di usare quello che lui ci ha donato.


Apriamo gli occhi come Maria ha aperto il suo ventre. Apriamo la nostra anima e il nostro corpo e ripetiamo: "Con te Signore, tutto è possibile".


Nel nome di Gesù, amici e amiche, è tutto possibile: è scritto nel vangelo.


Se non basta la nostra fede, se non bastasse la fede della Chiesa se non credessimo a tutto questo allora vi sfido a chiedere tutto a Maria, nel nome di Gesù e fare così significa andare oltre la nostra condizione. Il Figlio non può dire di no a Sua Madre.


Il prblema è che Gesù certamente non dice no a Sua Madre (pensate alle nozze di Cana) ma che noi spesso, troppo spesso, diciamo no a nostra Madre... è inutile allora lamentarsi per le prove, le sofferenze, le delusioni... dare la colpa agli altri o addirittura a Dio.


Siamo smemorati, ma è ora di cambiare direzione.


A Medjugorje in fondo ci viene chiesta solo una cosa: la decisione, perchè i tempi sono giunti.

Dammi il tuo cuore Maria per amare!


7 Pater - Ave - Gloria

Maria Regina della Pace e Gospa della nostra vita e del nostro futuro, prega per noi!

lunedì 20 giugno 2011

30 anni di Medjugorie: 6 giorno

Quando si ama una persona la si pensa sempre.

Quando la si pensa sempre si prepara il momento dell'incontro che diventa festa, gioia, consolazione, scambio di consigli... fare l'amore in tutti i suoi aspetti e modi.

Così è con Dio come ci ha insegnato la nostra mamma del Cielo.

Essere uniti all'Amore durante il giorno con le nostre azioni e pensieri per arrivare preparati al momento della preghiera: un momento unico, indispensabile, intimo e speciale.

Preghiera e azione per diventare preghiera continua, presenza efficace dello Spirito Santo.

Dio ci ha creati dal nulla per amore ma per salvarci vuole la nostra collaborazione.

Quale amore immenso e rispetto smisurato ha Dio per noi: non si impone, è delicato perchè se è vero che è Dio e Signore è altrettanto vero che nella stessa misura e intensità ci è Padre.

Con Maria, anche noi possiamo dire: "l'anima mia magnifica il Signore".

Dio ci dà tutto e ci toglie niente!

A un satana che continuamente si vuole imporre, entrare con violenza e bugie nelle nostre vite, c'è Gesù che sta alla porta del nostro cuore, bussa, aspetta e se tu non apri ricordati che per te, solo per te, unicamente per te è andato sulla croce perchè per Dio siamo figli, suoi figli, suoi figli unici.


Per il Padre ciascuno di noi è il suo figlio unico.


Ascoltiamo i messaggi di Medjugorje che sono il manuale semplice per vivere le profondità del Vangelo e rimaniamo scrupolosamente attaccati al Papa: lui ha il dono dell'infallibilità... è un dogma della nostra fede.


O si è cattolici o non lo si è.


Signore aumenta la mia fede, Maria dammi il tuo cuore per amare!


7 Pater - Ave - Gloria

Maria, Regina della Pace e Gospa della nostra vita, prega per noi

Gli errori nella preghiera: prenderne coscienza per evitarli

Uno dei più consueti errori nel modo di pregare è la superficialità, per esempio quando tramite la preghiera si chiedono cose frivole, quali la ricchezza o il successo, o quando, pur chiedendo cose buone, come la salute propria o di qualcuno, si scambia la preghiera per una bacchetta magica che intende porre Dio al servizio dei nostri desideri, quasi come se Egli non fosse il Signore, ma “il genio della lampada” a cui chiedere ciò che più piace, dimenticando che i disegni di Dio sono ben più alti e diversi dai nostri. L’apostolo Giacomo ci mette in guardia da questo atteggiamento scrivendo: “Voi chiedete e non ottenete, perché chiedete male, per soddisfare i vostri piaceri” (Gc 4,3).
Un altro errore frequente è quello della presunzione, cioè pretendere di essere esauditi senza merito, o esigere grazie troppo alte, come missioni soprannaturali o doni mistici, dimenticando che non si è degni o all’altezza di riceverli. Alla madre di Giovanni e Giacomo la quale chiedeva per i suoi figli un posto d’onore accanto a Gesù, questi risponde: “Non sapete quello che chiedete; potete voi bere il calice che io sto per bere?” (Mt 20,20s).
La presunzione può diventare perfino arroganza quando nella preghiera ci si mette davanti agli altri, come nella parabola del fariseo e del pubblicano, in cui il fariseo vantava davanti a tutti, nel tempio, i propri meriti: “O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri... Digiuno due volte alla settimana e pago la decima di quanto possiedo”. Osa perfino fare confronti con i presenti: “Non sono come questo pubblicano...”, mentre di quest’ultimo, che pregava con umiltà, Gesù dice: “Questi tornò a casa giustificato, a differenza dell’altro, perché chi si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato” (Lc 18,9s).
Un altro errore indicato da Gesù è l’esibizione: “Quando pregate non siate come gli ipocriti, che amano stare ritti nelle sinagoghe o negli angoli delle piazze per farsi vedere dagli uomini. In verità vi dico che essi hanno già ricevuto la loro ricompensa” (Mt 6,5s). Oggigiorno è più facile incontrare il peccato opposto: vergognarsi di essere visti mentre si prega o si fa un segno di croce. Ma non manca chi, per raccogliere voti o consensi, si mostra alle telecamere in prima fila durante una messa, o un funerale, o un’udienza dal Papa. Gesù stesso, quando pregava, sceglieva luoghi appartati o il silenzio della notte.
La preghiera esige attenzione e raccoglimento. Se questo non avviene, un altro dei pericoli è la dissipazione. Gesù diceva: “Quando preghi, entra nella tua casa, chiudi l’uscio e prega il Padre tuo che è presente nel segreto, e il Padre tuo che vede nel segreto ti ricompenserà” (Mt 6,6s). Questa concentrazione nelle cose divine non significa fare per forza il vuoto mentale, magari ricorrendo a tecniche orientali che a tutti i costi cercano di controllare il corpo, il respiro o perfino il pensiero. Non è necessario attingere dallo yoga o dal buddismo come certi cristiani che davanti a una parete bianca cercano di fare il vuoto dentro di sé. Se su quella parete c’è un crocifisso e se, più che il vuoto, si cerca la pienezza di Dio, la preghiera è più efficace perché viene realizzata non con le nostre armi, ma con quelle del Signore.
Un altro pericolo è l’insicurezza, quando si prega con l’amara sensazione che Dio forse non sente o non ci considera. Gesù ci insegna ad avere fede ferma, a chiedere con fiducia: se chiediamo nella disposizione giusta e chiediamo ciò che giova al nostro vero bene, il Signore ci esaudisce. Giacomo scrive: “Se uno difetta di sapienza, la chieda a Dio, che dà con abbondanza. Chieda però con fede, senza tentennare, per non essere come un’onda sbattuta dal vento. Non pensi quel tale di ricevere qualcosa dal Signore, irresoluto e volubile com’è” (Gc 1,5s).
Oltre all’atteggiamento verso Dio, è anche importante, nella preghiera, quello verso il prossimo, evitando la mancanza di carità: “Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro altri, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi i vostri peccati” (Mc 11,24s).
Un altro errore diffuso è quello della verbosità. Gesù ammoniva: “Quando pregate non sprecate parole come i pagani, che credono di essere esauditi grazie alla loro loquacità. Non siate come loro perché il Padre vostro sa di che cosa avete bisogno anche prima che voi preghiate” (Mt 6,7s). Non si deve cedere alla tentazione di “voler convincere Dio”, quasi come se le grazie si ottenessero con una determinata sequenza magica di parole.
Dio sa già di cosa abbiamo bisogno.
Ma allora, si chiederà, perché pregare?
Perché la preghiera non è l’elenco sterile di tutte le nostre necessità, ma accogliere Dio nel cuore e schiudersi al suo amore trasformante. Se però non siamo capaci di vivere così nemmeno nelle altre relazioni (nel rapporto con gli altri, nel rapporto di coppia...), soffocando con parole inutili il legame intimo ed essenziale, è difficile cambiare metodo durante la preghiera. Scrive padre Vittorio De Bernardi, grande maestro contemporaneo di spiritualità e dono prezioso dell’Ordine gesuita: “Le nostre preghiere sono il frutto del nostro livello spirituale, spesso ancora imperfetto, infantile, quindi poco chiaroveggente. Ci è difficile vedere noi stessi come ci vede Dio, e vedere a che punto Dio ci vuole portare. La preghiera è tuttavia necessaria per renderci consapevoli che in tutto dipendiamo da Dio. Inoltre la preghiera ci è necessaria per creare in noi le giuste disposizioni: se chiedo di diventare sincero, mi apro già ad un atteggiamento di sincerità, e la grazia di Dio arriva al mio cuore attraverso un canale già aperto”.
Per fortuna la nostra preghiera è preceduta e portata a compimento dalla preghiera misteriosa dello Spirito Santo in noi. Dice San Paolo: “Noi non sappiamo che cosa chiedere nel modo giusto, ma lo Spirito lo implora per noi con gemiti inesprimibili, e Colui che scruta i cuori sa quale sia l’anelito dello Spirito” (Rm 8,26s).

Caro amico e cara amica... auguriamoci di pregare sempre meglio per diventare preghiera. Se il nostr corpo cresce, se i nostri pensieri maturano, perchè questo non deve succedere alla nostra anima, alla nostra preghiera?
A pregare, si impara pregando.
La potenza della preghiera, per quanto ne parliamo, la possiamo solo immaginare finchè non ci decidiamo a viverla.

Signore sono tuo, fai di me quello che vuoi e dammi anche la forza di farlo perchè sono debole, un po' ipocrita e cerco sempre mille giustificazioni... ma tu sei il Signore della mia vita e io ti amo... anche quando cado e mi lamento o anche quando perdo le occasioni per fare del bene e non solo per evitare il male... Signore io ti amo!

Invito al Convegno-Preghiera: "Sulle orme di Giovanni Paolo II... a Gesù Divina Misericordia" - Santuario Divina Misericordia (Gherghenzano - Bologna)

Cari amici e amiche,
siete tutti invitati e a diffondere lo stesso invito a questo Convegno - Preghiera.
Si terrà al Santuario della Divin Misericordia di Gherghenzano da venerdì 1 a domenica 3 luglio c.a.
Saranno giorni di preghiera, di ascolto, di riflessione, di adorazione, di contemplazione .

Il Convegno sarà guidato da:

Padre JUSTO LO FEUDO, Missionario dell’Adorazione Eucaristica Perpetua;
Don ADRIANO GENNARI, Iniziatore del Cenacolo Eucaristico della
Trasfigurazione di Torino;
Padre MARIE OLIVIER, Superiore della Comunità San Giovanni – Santuario
Mariano di Obici – Finale Emilia - Modena.
Don SLAWOMIR CZAJKA, convento di San Salvatore, in Gerusalemme
Suor EVA IWONA MIASIK e Suor JADWIGA FRANCISZKA KUCZEK,
della Congregazione Beata Vergine Maria della Misericordia di Cracovia


Il Convegno accoglie tutti.
Ogni giorno si incomincia alle ore 9 con la Preghiera delle Lodi
Nei giorni di venerdì e sabato: ADORAZIONE EUCARISTICA notturna
La partecipazione e l’iscrizione al Convegno sono gratuite.
Chi desidera può usufruire del servizio mensa pranzo e cena; per motivi logistici si chiede di prenotarsi almeno due giorni prima.


Per informazioni:
Parroco, don Fortunato Ricco tel. 0516867115 cell. 338.14 66 204
Jolanda cell. 348.52 67 962

In particolare:


Programma di Venerdì

09,00: Accoglienza
09,30: S. Rosario e Preghiera di Lodi
10,30: S. MESSA presiede il Parroco Don Fortunato Ricco
12,00: Pausa Pranzo
15,00: Coroncina della Misericordia, guidata dalle SUORE di Cracovia
16,00: “La Missione di Santa Faustina”. Relatrici le SUORE di Cracovia.
17,00: “ L’Adorazione Eucaristica Perpetua”. Relatore Padre JUSTO LO FEUDO
18,30: S. MESSA presiede Padre JUSTO LO FEUDO

19,30: Pausa Cena
21,00: ADORAZIONE EUCARISTICA Guidata da Padre JUSTO LO FEUDO
Dalle ore 23: Adorazione Eucaristica individuale



Programma di Sabato

09,00: S. Rosario e Preghiera di Lodi
10,00: SANTA MESSA presiede don SLAWOMIR CZAJKA
11,00: “La Misericordia di Dio nella Sacra Scrittura” Relatore don SLAWOMIR CZAJKA
12,30: Pausa Pranzo
15,00: Coroncina della Misericordia.
“Beato Giovanni Paolo II, apostolo e testimone della Misericordia. Relazione tenuta dalle SUORE di Cracovia
16,15: “Mostrami, o Dio, il Tuo Amore misericordioso e avrò la Vita” Relatore don ADRIANO GENNARI.
17,15: SANTA MESSA presieduta da don ADRIANO GENNARI
Segue l’ Adorazione Eucaristica con preghiere di intercessione per chiedere al Signore la guarigione dei malati nel corpo e nello spirito.
19,30: Pausa Cena
21,00: ADORAZIONE EUCARISTICA guidata dalle Suore di Cracovia.
Dalle ore 22,30: Adorazione Eucaristica individuale



Programma di Domenica

09,00: S. Rosario e Preghiera di Lodi
10,00: SANTA MESSA presiede Don SLAWOMIR CZAJKA
12,00: Pausa Pranzo
15,00: Coroncina della Misericordia
“La Congregazione della B.V. Maria della Misericordia. Carisma e Missione” Relazione tenuta dalle Suore di Cracovia
16,30: “ Maria Donna Eucaristica” Relatore: Padre MARIE OLIVIER

18,00: SANTA MESSA presieduta da
Padre MARIE OLIVIER.
Solenne chiusura del Convegno: Processione con il Santissimo Sacramento e canto del TE DEUM

domenica 19 giugno 2011

30 anni di Medjugorie: 5 giorno



Oggi abbiamo festeggiato solennemente la Santissima Trinità.


Ma cosa lega e rende uno? L'amore!


Bellissima è stata la predica del nostro Papa Benedetto XVI a San Marino.

Sembrerà banale dire "bellissima"... ma non lo è: ogni predica e ogni intervento ci lasciano sempre senza parole!

Come i messaggi di Medjugorje della nostra mamma del Cielo: gli argomenti sono sempre i medesimi ma l'esposizione e le peculiarità sono sempre nuove.

Come mai il Papa e la Vergine Santissima riescono a parlare così?

Perchè i loro argomenti sono sempre nuovi?

La risposta è semplice e ciascuno di noi la sa: sono pieni di Dio e Dio è amore.

Le loro parole sono piene di sapienza perchè come dice il Salmo, l'inizio della sapienza è il timore di Dio.

Timore, non paura.

L'atteggiamento del "timore" è il vivere con la consapevolezza che con Dio tutto è possibile e da Lui tutto viene: sempre e in ogni momento. Il non esserne convinti, credetemi, è solo una tentazione satanica, quindi da confessare per liberarsene subito!

Abbiamo parlato del Papa e di Maria, ma ciò non esclude noi. Ciascuno di noi, infatti, con il Battesimo è in nome di Dio re, profeta e sacerdote così come ha ribadito con parole semplici e chiare in Concilio Vaticano II.

Come viviamo la nostra regalità? Qual è il nostro stile e quali sono i nostri modi?

Come viviamo il nostro essere profeti? Cerchiamo la verità? La sappiamo urlare anche sui tetti se necessario? Ricordiamo a tutti il senso e il fine di questa vita terrena?

E il nostro sacerdozio universale, come è messo? Ci lamentiamo o offriamo? Diamo la nostra vita o ci infastidiamo solo se qualche rompiscatole ci cerca continuamente al telefono?

E per quel rompiscatole stiamo pregando?


Come puoi dire di amare Dio che non vedi se non ami il fratello e la sorella che vedi?!?


Molti la fanno facile: dicono che Maria, in fondo, non ha provato tutto. Lei le doglie del parto, per esempio, non le ha avute. Ma si dimenticano del libro dell'Apocalisse, della Rivelazione: la donna che partorisce nel deserto è sola e nella sofferenza... la stessa donna che ha avuto il cuore trafitto da 7 spade.


La Madonna ha partorito Gesù, poi, per volontà di Dio e fortuna nostra, è diventata madre nostra e sulla Terra siamo in miliardi e di certo siamo ben lontani dall'essere anche solo umanamente come Gesù.

Insomma la Madonna si svena per noi.

Noi cosa facciamo per lei?

Non è mai troppo tardi per incominciare. Diventa tardi se non ci decidiamo adesso.

E' solo una questione di amore e bellezza.


Dammi il tuo cuore Maria per amare!


7 Pater - Ave - Gloria


Maria, Regina della Pace e Gospa dei miei pensieri e delle mie azioni prega per noi il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo!!!

sabato 18 giugno 2011

30 anni di Medjugorie: 4 giorno

Caspita, tra poco sono trenta anni che la nostra Mamma è con noi in modo straordinario a Medjugorje!


Eppure Maria... io so che quando prego sei con me così come ti vedono i veggenti. Mi metti la tua mano sul capo, mi copri con il tuo mantello, mi abbracci e mi stringi perchè io ho bisogno di te come tu di me... perchè siamo madre e figlio.



Grazie perchè ogni giorno e in ogni momento preghi per me: tu sei la mia Avvocata, tu sei la mia Mediatrice, tu mi porti a Gesù perchè mi vuoi felice. Felice per sempre.



Tu sei con me nella valle di lacrime, tu sei con me nei momenti della festa e se il vino finisce ti preoccupi che ce ne sia ancora e di migliore.



Ci sono fratelli e sorelle che non ti vogliono, non ti cercano: donami il tuo sguardo e le tue mani perchè attraverso di me si possano sentirsi amati da Dio e aiutati.



Non hanno bisogno di tante parole, ma di uno sguardo vero e di un battito sincero di cuore... lo stesso di Gesù sulla Croce.



Di quel cuore di carne che Gesù ha preso da te.



Di quel battito potente come un tuono, tanto potente da scuotere la terra, di quel battito che perdona e giustifica... e porta in Paradiso.






Dammi il tuo cuore Maria per amare!






7 Pater - Ave - Gloria



Conludiamo con gioia questo giorno di Sabato dedicato, come vuole la Tradizione, a Maria Santissima.



Maria, Regina della Pace e Gospa della mia vita, prega per noi!

ECCOCI MADRE, GUIDACI!


Mentre invitiamo a mantenere gli impegni quotidiani personali già presi, esortiamo per diventare “un cuor solo e un'anima sola” a mettersi in unione spirituale col Movimento in uno o più appuntamenti in modo costante.

Ore 7.30 Santo Rosario
Ore 12.00 Angelus (da Pasqua a Pentecoste Regina Coeli)
Ore 15.00 Coroncina della Divina Misericordia
Ore 17.20 Santo Rosario
Ore 17.40 * 18.40 (ora solare-ora legale) Apparizione della Vergine Santissima a Medjugorje
Ore 20.30 Santo Rosario
Ore 24.00 Santo Rosario
Ore 3.00 Coroncina della Divina Misericordia

Mercoledì e Venerdì: Digiuno a pane ed acqua. Per chi non può non un fioretto ma un "fiorone"... e comunque sempre digiuno dal peccato!

Terminiamo ripetendo sempre:
Maria, Regina della Pace e del Movimento, Madre mia: totus tuus!