venerdì 1 luglio 2011

Benedetto XVI: il giogo di Cristo è dolce ma esigente

Ieri, 30 giugno, 41 Arcivescovi hanno ricevuto il simbolo dell'unione con Pietro.
Benedetto XVI ha ricordato, nel giorno della festa dei Santi Pietro e Paolo, ai 41 nuovi Arcivescovi che il giogo di Cristo è d'amicizia, ma è anche esigente e “plasma”.

Ogni anno, in questa festa, i nuovi Arcivescovi della Chiesa (o coloro che erano già Arcivescovi ma che sono stati designati a nuove Arcidiocesi) ricevono il pallio, una fascia circolare che porteranno sulle spalle, segno di comunione con il Papa. Questo mercoledì la celebrazione è stata ancora più importante visto che il Pontefice celebrava il suo 60° anniversario di ordinazione sacerdotale.

Dopo una profonda riflessione sul suo sacerdozio e sulle lezioni di sei decenni, il Vescovo di Roma si è concentrato sulle parole di Cristo “Non vi chiamo più servi ma amici” e si è rivolto a quanti ricevevano il pallio.

Brasile e Stati Uniti sono le Nazioni che hanno il maggior numero di Arcivescovi, rispettivamente sette e quattro, anche se due degli Stati Uniti sono nati in Messico.

Il pallio, ha detto il Papa, “può ricordarci innanzitutto il giogo dolce di Cristo che ci viene posto sulle spalle. Il giogo di Cristo è identico alla sua amicizia. È un giogo di amicizia e perciò un 'giogo dolce', ma proprio per questo anche un giogo che esige e che plasma. È il giogo della sua volontà, che è una volontà di verità e di amore”.

Il Santo Padre ha sottolineato che il pallio è fatto di lana: “ci ricorda così il Pastore diventato Egli stesso Agnello, per amore nostro”.

“Ci ricorda Cristo che si è incamminato per le montagne e i deserti, in cui il suo agnello, l’umanità, si era smarrito. Ci ricorda Lui, che ha preso l’agnello, l’umanità – me – sulle sue spalle, per riportarmi a casa”.

“Ci ricorda in questo modo che, come Pastori al suo servizio, dobbiamo anche noi portare gli altri, prendendoli, per così dire, sulle nostre spalle e portarli a Cristo. Ci ricorda che possiamo essere Pastori del suo gregge che rimane sempre suo e non diventa nostro”.

“Infine, il pallio significa molto concretamente anche la comunione dei Pastori della Chiesa con Pietro e con i suoi successori – significa che noi dobbiamo essere Pastori per l’unità e nell’unità e che solo nell’unità di cui Pietro è simbolo guidiamo veramente verso Cristo”, ha concluso.

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