mercoledì 27 febbraio 2008

ANTONIO SOCCI

Venerdì 29 c.m. alle ore 21


presso la parrocchia S. Cecilia a Milano (zona Via Gallarate)


invitiamo tutti alla presentazione del libro


"Il segreto di Padre Pio"


sarà presente l'autore, il nostro amico Antonio Socci





Con l'occasione ricordiamo che è uscito anche un altro libro su Padre Pio molto interessante e che vuol far luce su calunnie gravi riferite al Santo.
"Padre Pio l'ultimo sospetto" dell'amico Andrea Tornielli (intervenuto già altre volte nelle sedi del Movimento Gospa) con Saverio Gaeta (che aspettiamo)

GLI ANTIDEPRESSIVI NON SERVONO


La pillola della felicità? E' un ciuccio per gli adulti. L'ultimo studio degli scienziati britannici boccia senza appello la nuova generazione di antidepressivi come Prozac, Efexor e Serotax e altri.
Per loro le medicine funzionano soltanto a livello psicologico, non perchè influiscono sui neurotrasmettitori come la serotonina che aiuta a stabilizzare l'umore.
Così il Ministro della Sanità Alan Johnson ha appena annunciato che nei prossimi tre anni verranno appositamente preparati 3600 specialisti perchè i pazienti possano usufruire delle “terapie della parola” che il governo considera la migliore alternativa agli psicofarmaci.



Noi consigliamo di parlare con il Signore e di parlare nel Suo nome come esercizio. Una vacanza relax con un bel pellegrinaggio e di usare come strumenti la preghiera personale e comunitaria. Garantiamo pieno successo. Gioia, pace e speranza... ma i giornali non lo ammetteranno mai... perchè c'è invidia: Dio fa tutto gratis!

venerdì 22 febbraio 2008

Grave minaccia alla PACE


Lunedì 25 febbraio dalle ore 20.45



PREGHIERA PER LA PACE
presso il Monastero a Milano... ora più che mai!

lunedì 18 febbraio 2008

La Quaresima consigli del Papa

"Cristo si è fatto povero per voi" (2 Cor 8,9)
Cari fratelli e sorelle!
1. Ogni anno, la Quaresima ci offre una provvidenziale occasione per approfondire il senso e il valore del nostro essere cristiani, e ci stimola a riscoprire la misericordia di Dio perché diventiamo, a nostra volta, più misericordiosi verso i fratelli. Nel tempo quaresimale la Chiesa si preoccupa di proporre alcuni specifici impegni che accompagnino concretamente i fedeli in questo processo di rinnovamento interiore: essi sono la preghiera, il digiuno e l’elemosina. Quest’anno, nel consueto Messaggio quaresimale, desidero soffermarmi a riflettere sulla pratica dell’elemosina, che rappresenta un modo concreto di venire in aiuto a chi è nel bisogno e, al tempo stesso, un esercizio ascetico per liberarsi dall’attaccamento ai beni terreni. Quanto sia forte la suggestione delle ricchezze materiali, e quanto netta debba essere la nostra decisione di non idolatrarle, lo afferma Gesù in maniera perentoria: “Non potete servire a Dio e al denaro” (Lc 16,13). L’elemosina ci aiuta a vincere questa costante tentazione, educandoci a venire incontro alle necessità del prossimo e a condividere con gli altri quanto per bontà divina possediamo. A questo mirano le collette speciali a favore dei poveri, che in Quaresima vengono promosse in molte parti del mondo. In tal modo, alla purificazione interiore si aggiunge un gesto di comunione ecclesiale, secondo quanto avveniva già nella Chiesa primitiva. San Paolo ne parla nelle sue Lettere a proposito della colletta a favore della comunità di Gerusalemme (cfr 2 Cor 8-9; Rm 15,25-27).
2. Secondo l’insegnamento evangelico, noi non siamo proprietari bensì amministratori dei beni che possediamo: essi quindi non vanno considerati come esclusiva proprietà, ma come mezzi attraverso i quali il Signore chiama ciascuno di noi a farsi tramite della sua provvidenza verso il prossimo. Come ricorda il Catechismo della Chiesa Cattolica, i beni materiali rivestono una valenza sociale, secondo il principio della loro destinazione universale (cfr n. 2404).
Nel Vangelo è chiaro il monito di Gesù verso chi possiede e utilizza solo per sé le ricchezze terrene. Di fronte alle moltitudini che, carenti di tutto, patiscono la fame, acquistano il tono di un forte rimprovero le parole di san Giovanni: “Se uno ha ricchezze di questo mondo e vedendo il proprio fratello in necessità gli chiude il proprio cuore, come dimora in lui l’amore di Dio?” (1 Gv 3,17). Con maggiore eloquenza risuona il richiamo alla condivisione nei Paesi la cui popolazione è composta in maggioranza da cristiani, essendo ancor più grave la loro responsabilità di fronte alle moltitudini che soffrono nell’indigenza e nell’abbandono. Soccorrerle è un dovere di giustizia prima ancora che un atto di carità.
3. Il Vangelo pone in luce una caratteristica tipica dell’elemosina cristiana: deve essere nascosta. “Non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra”, dice Gesù, “perché la tua elemosina resti segreta” (Mt 6,3-4). E poco prima aveva detto che non ci si deve vantare delle proprie buone azioni, per non rischiare di essere privati della ricompensa celeste (cfr Mt 6,1-2). La preoccupazione del discepolo è che tutto vada a maggior gloria di Dio. Gesù ammonisce: “Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli” (Mt 5,16). Tutto deve essere dunque compiuto a gloria di Dio e non nostra. Questa consapevolezza accompagni, cari fratelli e sorelle, ogni gesto di aiuto al prossimo evitando che si trasformi in un mezzo per porre in evidenza noi stessi. Se nel compiere una buona azione non abbiamo come fine la gloria di Dio e il vero bene dei fratelli, ma miriamo piuttosto ad un ritorno di interesse personale o semplicemente di plauso, ci poniamo fuori dell’ottica evangelica. Nella moderna società dell’immagine occorre vigilare attentamente, poiché questa tentazione è ricorrente. L’elemosina evangelica non è semplice filantropia: è piuttosto un’espressione concreta della carità, virtù teologale che esige l’interiore conversione all’amore di Dio e dei fratelli, ad imitazione di Gesù Cristo, il quale morendo in croce donò tutto se stesso per noi. Come non ringraziare Dio per le tante persone che nel silenzio, lontano dai riflettori della società mediatica, compiono con questo spirito azioni generose di sostegno al prossimo in difficoltà? A ben poco serve donare i propri beni agli altri, se per questo il cuore si gonfia di vanagloria: ecco perché non cerca un riconoscimento umano per le opere di misericordia che compie chi sa che Dio “vede nel segreto” e nel segreto ricompenserà.
4. Invitandoci a considerare l’elemosina con uno sguardo più profondo, che trascenda la dimensione puramente materiale, la Scrittura ci insegna che c’è più gioia nel dare che nel ricevere (cfr At 20,35). Quando agiamo con amore esprimiamo la verità del nostro essere: siamo stati infatti creati non per noi stessi, ma per Dio e per i fratelli (cfr 2 Cor 5,15). Ogni volta che per amore di Dio condividiamo i nostri beni con il prossimo bisognoso, sperimentiamo che la pienezza di vita viene dall’amore e tutto ci ritorna come benedizione in forma di pace, di interiore soddisfazione e di gioia. Il Padre celeste ricompensa le nostre elemosine con la sua gioia. E c’è di più: san Pietro cita tra i frutti spirituali dell’elemosina il perdono dei peccati. “La carità - egli scrive - copre una moltitudine di peccati” (1 Pt 4,8). Come spesso ripete la liturgia quaresimale, Iddio offre a noi peccatori la possibilità di essere perdonati. Il fatto di condividere con i poveri ciò che possediamo ci dispone a ricevere tale dono. Penso, in questo momento, a quanti avvertono il peso del male compiuto e, proprio per questo, si sentono lontani da Dio, timorosi e quasi incapaci di ricorrere a Lui. L’elemosina, avvicinandoci agli altri, ci avvicina a Dio e può diventare strumento di autentica conversione e riconciliazione con Lui e con i fratelli.
5. L’elemosina educa alla generosità dell’amore. San Giuseppe Benedetto Cottolengo soleva raccomandare: “Non contate mai le monete che date, perché io dico sempre così: se nel fare l’elemosina la mano sinistra non ha da sapere ciò che fa la destra, anche la destra non ha da sapere ciò che fa essa medesima” (Detti e pensieri, Edilibri, n. 201). Al riguardo, è quanto mai significativo l’episodio evangelico della vedova che, nella sua miseria, getta nel tesoro del tempio “tutto quanto aveva per vivere” (Mc 12,44). La sua piccola e insignificante moneta diviene un simbolo eloquente: questa vedova dona a Dio non del suo superfluo, non tanto ciò che ha, ma quello che è. Tutta se stessa.
Questo episodio commovente si trova inserito nella descrizione dei giorni che precedono immediatamente la passione e morte di Gesù, il quale, come nota san Paolo, si è fatto povero per arricchirci della sua povertà (cfr 2 Cor 8,9); ha dato tutto se stesso per noi. La Quaresima, anche attraverso la pratica dell’elemosina ci spinge a seguire il suo esempio. Alla sua scuola possiamo imparare a fare della nostra vita un dono totale; imitandolo riusciamo a renderci disponibili, non tanto a dare qualcosa di ciò che possediamo, bensì noi stessi. L’intero Vangelo non si riassume forse nell’unico comandamento della carità? La pratica quaresimale dell’elemosina diviene pertanto un mezzo per approfondire la nostra vocazione cristiana. Quando gratuitamente offre se stesso, il cristiano testimonia che non è la ricchezza materiale a dettare le leggi dell’esistenza, ma l’amore. Ciò che dà valore all’elemosina è dunque l’amore, che ispira forme diverse di dono, secondo le possibilità e le condizioni di ciascuno.
6. Cari fratelli e sorelle, la Quaresima ci invita ad “allenarci” spiritualmente, anche mediante la pratica dell’elemosina, per crescere nella carità e riconoscere nei poveri Cristo stesso. Negli Atti degli Apostoli si racconta che l’apostolo Pietro allo storpio che chiedeva l’elemosina alla porta del tempio disse: “Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina” (At 3,6). Con l’elemosina regaliamo qualcosa di materiale, segno del dono più grande che possiamo offrire agli altri con l’annuncio e la testimonianza di Cristo, nel Cui nome c’è la vita vera. Questo periodo sia pertanto caratterizzato da uno sforzo personale e comunitario di adesione a Cristo per essere testimoni del suo amore. Maria, Madre e Serva fedele del Signore, aiuti i credenti a condurre il “combattimento spirituale” della Quaresima armati della preghiera, del digiuno e della pratica dell’elemosina, per giungere alle celebrazioni delle Feste pasquali rinnovati nello spirito. Con questi voti imparto volentieri a tutti l’Apostolica Benedizione.


BENEDICTUS PP. XVI

ANGELUS del Papa - Domenica 17 febbraio

«La forza di affrontare lo scandalo della Croce»

Cari fratelli e sorelle,
si sono conclusi ieri qui, nel Palazzo Apostolico, gli Esercizi Spirituali che, come ogni anno, hanno visto uniti nella preghiera e nella meditazione il Papa e i suoi collaboratori della Curia Romana. Ringrazio quanti ci sono stati vicini spiritualmente: voglia il Signore ricompensarli per questa loro generosità. Quest’oggi, seconda domenica di Quaresima, proseguendo il cammino penitenziale, la liturgia, dopo averci presentato domenica scorsa il Vangelo delle tentazioni di Gesù nel deserto, ci invita a riflettere sull’evento straordinario della Trasfigurazione sul monte. Considerati insieme, entrambi gli episodi anticipano il mistero pasquale: la lotta di Gesù col tentatore prelude al grande duello finale della Passione, mentre la luce del suo Corpo trasfigurato anticipa la gloria della Risurrezione. Da una parte vediamo Gesù pienamente uomo, che condivide con noi persino la tentazione; dall’altra lo contempliamo Figlio di Dio, che divinizza la nostra umanità. In tal modo, potremmo dire che queste due domeniche fungono da pilastri su cui poggia tutto l’edificio della Quaresima fino alla Pasqua, ed anzi l’intera struttura della vita cristiana, che consiste essenzialmente nel dinamismo pasquale: dalla morte alla vita.
La montagna – il Tabor come il Sinai – è il luogo della vicinanza con Dio. E’ lo spazio elevato, rispetto all’esistenza quotidiana, dove respirare l’aria pura della creazione. E’ il luogo della preghiera, dove stare alla presenza del Signore, come Mosè e come Elia, che appaiono accanto a Gesù trasfigurato e parlano con Lui dell’"esodo" che lo attende a Gerusalemme, cioè della sua Pasqua. La Trasfigurazione è un avvenimento di preghiera: pregando Gesù si immerge in Dio, si unisce intimamente a Lui, aderisce con la propria volontà umana alla volontà di amore del Padre, e così la luce lo invade e appare visibilmente la verità del suo essere: Egli è Dio, Luce da Luce. Anche la veste di Gesù diventa candida e sfolgorante. Questo fa pensare al Battesimo, alla veste bianca che indossano i neofiti. Chi rinasce nel Battesimo viene rivestito di luce anticipando l’esistenza celeste, che l’Apocalisse rappresenta con il simbolo delle vesti candide (cfr Ap 7,9.13). Qui è il punto cruciale: la trasfigurazione è anticipo della risurrezione, ma questa presuppone la morte. Gesù manifesta agli Apostoli la sua gloria, perché abbiano la forza di affrontare lo scandalo della croce, e comprendano che occorre passare attraverso molte tribolazioni per giungere al Regno di Dio. La voce del Padre, che risuona dall’alto, proclama Gesù suo Figlio prediletto come nel Battesimo nel Giordano, aggiungendo: "Ascoltatelo" (Mt 17,5). Per entrare nella vita eterna bisogna ascoltare Gesù, seguirlo sulla via della croce, portando nel cuore come Lui la speranza della risurrezione. "Spe salvi", salvati nella speranza. Oggi possiamo dire: "Trasfigurati nella speranza".
Rivolgendoci ora in preghiera a Maria, riconosciamo in Lei la creatura umana trasfigurata interiormente dalla grazia di Cristo, e affidiamoci alla sua guida per percorrere con fede e generosità l’itinerario della Quaresima.

giovedì 14 febbraio 2008

Cos'è l'aborto e San Valentino

Molti quotidiani stanno parlando di un filmato americano che spiega l'aborto e mostra cosa succede.E' stato definito video shock... ma noi cristiani lo consigliamo a tutti.
Come MOVIMENTO GOSPA abbiamo fatto una scelta coraggiosa.
Abbiamo pubblicato in tre parti questo documentario su "youtube".

Cliccate: http://it.youtube.com/watch?v=H_6JXj3m4Mc per vederlo.

Fratelli e Sorelle,Siamo tutti sentinelle dell'Invisibile (cfr Giovanni Paolo II), sale della terra, luce che deve stare sopra il moggio.Preghiamo e diamoci da fare!Chiediamo a tutti di divulgare questa mail. Tutti devono sapere cos'è l'aborto!Usando le parole della nostra Mamma, Regina della Pace, in questo giorno di San Valentino auguriamo di donare l'amore che da Dio abbiamo ricevuto.Grazie per la collaborazione e per l'aiuto a questa causa che ci chiama tutti.
Pregare, rievangelizzare, difendere la PACE la FAMIGLIA, la VITA. Mettiamoci come la Creta nelle mani del Vasaio (cfr Geremia) nelle mani di Dio in modo che Lui possa fare quello che vuole.

MARIA REGINA DELLA PACE PREGA PER NOI!

martedì 12 febbraio 2008

Anniversario delle Apparizioni della Vergine Santissima a Lourdes

Ieri è stata per tutti noi che abbiamo deciso di stare alla scuola di Maria, la nostra Mamma bellissima, una grande festa.

E' stata una giornata di preghiera e di grande gioia.

In molti ci siamo ritrovati a Milano nella chiesa dedicata proprio all'Immacolata e che ha una copia della grotta benedetta di cui potete vedere una foto.








Sarebbe bello che a Milano come in tutte le principali città ci fossero più spesso delle giornate come quella che abbiamo trascorso. Una Santa Messa a quasi ogni ora con la recita del Rosario negli intervalli... la benedizione degli ammalati e la preghiera per la guarigione fisica e spirituale... confessori sempre presenti, benedizioni solenni... e una bella processione per concludere il tutto.

Quanta preghiera e quanta gioia!

In tanti hanno partecipato perchè per tutti c'era l'occasione giusta.

Grazie Mamma di essere con noi! Grazie Dio di averci dato una madre così bella, così buona, così affascinante e che prega, gioisce insieme a noi e che nella sofferenza ci consola! Grazie Gesù che ci hai affidato a Lei. Ma che cosa stupenda!!!

Sì, Maria facci come Gesù. Educaci come hai educato Lui così che possiamo stare con Lui per sempre e già da ora.

Dio come è stato bello! Dio come sei grande: grazie, grazie, grazie!





Giovanni Paolo II si recò un'ultima volta a Lourdes nel 2004 e in quell'occasione disse: "Mettiamoci in ascolto! Ascoltate innanzitutto voi, giovani, che cercate una risposta capace di dare senso alla vostra vita. Qui la potete trovare. E' una risposta esigente, ma la sola pienamente appagante. In essa sta il segreto della gioia vera e della pace. A voi donne il compito di essere sentinelle dell'Invisibile! A voi, fratelli e sorelle, lancio un pressante appello perchè facciate tutto ciò che è in vostro potere affinchè la vita, tutta la vita, sia rispettata dal concepimento sino alla sua fine naturale. La vita è un dono sacro, di cui nessuno può farsi padrone. La Vergine di Lourdes ha infine un messaggio: siate donne e uomini liberi! Ma ricordate: la libertà umana è una libertà ferita dal peccato. Ha bisogno essa stessa di essere liberata. Cristo ne è il liberatore, Lui che ci ha liberati perchè restassimo liberi (Gal 5,1). Difendete la vostra libertà!"

ECCOCI MADRE, GUIDACI!


Mentre invitiamo a mantenere gli impegni quotidiani personali già presi, esortiamo per diventare “un cuor solo e un'anima sola” a mettersi in unione spirituale col Movimento in uno o più appuntamenti in modo costante.

Ore 7.30 Santo Rosario
Ore 12.00 Angelus (da Pasqua a Pentecoste Regina Coeli)
Ore 15.00 Coroncina della Divina Misericordia
Ore 17.20 Santo Rosario
Ore 17.40 * 18.40 (ora solare-ora legale) Apparizione della Vergine Santissima a Medjugorje
Ore 20.30 Santo Rosario
Ore 24.00 Santo Rosario
Ore 3.00 Coroncina della Divina Misericordia

Mercoledì e Venerdì: Digiuno a pane ed acqua. Per chi non può non un fioretto ma un "fiorone"... e comunque sempre digiuno dal peccato!

Terminiamo ripetendo sempre:
Maria, Regina della Pace e del Movimento, Madre mia: totus tuus!