mercoledì 31 ottobre 2007

1 Novembre: I SANTI



C'è stato un momento per ciascuno di noi che se fossimo morti saremmo andati sicuramente in Paradiso. Quale?!? Quello del Battesimo.


Nelle nostre case non deve mancare un Catechismo o un suo compendio come non deve mancare la Sacra Bibbia. L'invito ci viene dal Concilio Vaticano II nell'enciclica Dei Verbum. Nel Catechismo troviamo la nostra Tradizione e nella Bibbia, come sapete, la Parola di Dio: la Sua presenza efficace e reale che non può mancare nelle nostre case e nei luoghi dove lavoriamo.


In questo giorno prendiamoci l'impegno di leggere il Catechismo sull'argomento del Battesimo per riscoprire la nostra identità e quello che dobbiamo fare essendo cristiani.




Adesso prenditi un attimo e riflettiamo insieme sui "SANTI"

ovvero gli "UOMINI SPIRITUALI"

seguendo questo semplice
"VADEMECUM":





1. Nella persona dell'«uomo» spirituale, il santo, data la sua disponibilità nelle relazioni, la sua estrema attenzione all'altro e la prontezza con la quale egli si dà a Cristo, l'umanità è guarita e rinnovata.


2. Il santo lascia percepire un comportamento pieno di delicatezza, di trasparenza e di purezza nel pensiero e nei sentimenti. Manifesta compassione profonda e tenerezza altissima.
La compassione del santo rivela un cuore tenero, estremamente sensibile, estraneo ad ogni durezza, all'indifferenza e alla brutalità. Nel comportamento dell'«uomo» spirituale e nei suoi pensieri stessi, non si incontrano nè volgarità, nè bassezze,nè meschinità. Nessuna traccia di affettazione, nessuna mancanza di sincerità.



3. In lui la tenerezza la sensibilità la trasparenza arrivano all'attenzione generosa nei riguardi degli uomini, a quella disponibilità per la quale egli «partecipa» alla loro esistenza. Per la loro tenerezza, i santi non evitano i contatti con gli uomini più umili nè si sgomentano di situazioni in cui altri si sentirebbero fallire.






4. Il modello di questa tenerezza è la kènosi di Cristo, la sua condiscendenza. Lui non ha voluto tenersi a distanza, come fanno gli uomini che tengono alla loro reputazione.
La kènosi di Cristo è tenerezza massima. Egli vi manifesta la volontà di non pesare sugli umili, di non imbarazzarli. Per mezzo della kènosi, egli vorrebbe aprirsi un varco verso il loro cuore. Cristo ha voluto che con la sua kènosi crollasse il muro di brutalità e di durezza che, come una conchiglia, avvolge, a sua difesa, la delicata essenza dell'umanità vera. Nella tenerezza del loro comportamento, gli «uomini» spirituali si ispirano alla kènosi di Cristo: essi sono i precursori di quel futuro livello di una umanità dove regnerà, nelle relazioni umane, la tenerezza.


5. Grazie ad una sensibilità nutrita ed affinata alla sensibilità del Dio fatto uomo per gli uomini, alla quale essi partecipano, i santi percepiscono negli altri gli stati d'animo più discreti, ed evitano tutto quello che potrebbe causare loro qualche contrarità, senza lasciare tuttavia di aiutarli a trionfare sulle loro debolezze e a vincere le loro difficoltà. Così, un santo è ricercato come confidente dei segreti più intimi, poichè egli è capace di leggere negli altri un bisogno appena espresso e tutto quello che di buono essi possono solamente desiderare. Egli però sa anche discernere negli altri le loro impurità, comprese quelle che essi dissimulano più abilmente. La sua compassione diventa allora purificatrice, mediante la tenera forza della sua purezza e la sofferenza che le cattive intenzioni degli altri fanno nascere in lui.




6. L'«uomo» spirituale sa quale è il momento opportuno per parlare e ciò che bisogna dire; sa anche quando bisogna tacere e quello che bisogna fare. Dal santo irradia sempre uno spirito di generosità, di abnegazione, di attenzione, di partecipazione, senza alcuna preoccupazione di se stesso. E' un calore che riscalda gli altri e che dà loro il senso di prender forza, e fa loro provare la gioia di non essere soli. Il santo è sempre pronto a sacrificarsi, è un muro incrollabile sul quale tutti possono appoggiarsi. Partecipando così al destino degli altri, egli dà prova talora di una grande discrezione, talora invece si esprime con effusione.



7. Nessuno più di lui è libero da ciò che è artificiale, più lontano da ogni fanfaronata e più «naturale» nel suo comportamento, nell'accettare e comprendere tutto quello che è veramente umano, tutte le situazioni modeste e talora riducibile della nostra umanità.
Il santo crea così immediatamente un'atmosfera di familiarità, di vicinanza umana, di intimità tra lui e gli altri, cosicchè egli umanizza i suoi rapporti con gli altri e ad essi imprime un senso di autenticità, essendo lui stesso divenuto profondamente umano e autentico. Egli parla con tenerezza, evitando di chiamare brutalmente con il loro nome le debolezze degli altri, e crea nello stesso tempo le condizioni di rapporto diretto, franco e aperto degli altri con lui; li spinge così a confessare sinceramente le loro debolezze e i loro peccati, e dà ad essi la forza di vincerli: se talora evita di chiamare brutalmente con il loro nome le debolezze umane, lo fa solo per non scoraggiarli, e perchè in loro stessi divengano più grandi la delicatezza, la riconoscenza, il pudore, la sincerità e la semplicità.



8. Gli «uomini» spirituali sono pervenuti alla pura semplicità, perchè hanno superato in loro stessi ogni dualità: hanno superato la lotta tra l'anima e il corpo, tra le buone intenzioni e le opere che essi compiono, tra le apparenze ingannatrici e i pensieri nascosti, tra quello che pretendono di essere e quello che essi sono di fatto.
Essi si sono fatti semplici perchè si sono dati interamente a Dio. E questa è la ragione per cui possono darsi interamente anche agli uomini nelle relazioni che intrattengono con essi.






9. I santi incoraggiano sempre. Talora, essi riducono le proporzioni esagerate che, con l'immaginazione, gli uomini attribuiscono alle loro debolezze, ai loro peccati e alle loro passioni: essi li rialzano dal sentimento dell'impotenza totale. Ma ridimensionano talora anche l'orgoglio degli altri con un umorismo delicato.
Sorridono, ma non ridono fragorosamente o in modo sarcastico. Altre volte manifestano serietà, ma non ispirano spavento. Accordano infatti valore infinito al più umile degli uomini, perchè il Figlio di Dio stesso ha dato questo valore infinito ad ogni uomo, incarnandosi. Nello stesso tempo, apparendo essi stessi un chiarissimo esempio di umiltà, abbassano l'orgoglio degli altri.




10. Per la sua umiltà l'<> spirituale passa quasi inosservato, eppure si rende sempre presente quando si ha bisogno di appoggio, di consolazione, di incoraggiamento.
Egli resta presso colui che tutti abbandonano. Per lui nessuna difficoltà è insormontabile, nessun ostacolo invincibile quando si tratta di trarre qualcuno fuori da una situazione disperata. Egli mostra allora una forza e un'abilità sorprendenti, associate ad una calma e ad una fiducia che non possono essere scosse, perchè crede fermamente nell'aiuto di un Dio che è Padre, richiesto con una preghiera insistente.




11. I santi sono gli esseri più umani e più umili, ma nello stesso tempo sono figure insolite e soprendenti. L'«uomo» spirituale provoca negli altri il desiderio di scoprire l'umanità vera. Il santo è il più affabile degli uomini e nello stesso tempo, senza volere, egli si impone... E' colui che attira la massima attenzione, e nello stesso tempo suscita il massimo rispetto. Per ciascuno egli diventa un intimo, colui che vi comprende meglio, che vi mette maggiormente a vostro agio, e nello stesso tempo vi mette alle strette, conducendovi a contemplare le vostre proprie insufficienze. Vi ricolma con la grandezza semplice e con il calore della sua bontà e della sua attenzione, e nello stesso tempo produce in voi la vergogna di avere sfigurato in voi l'umanità, di essere artificiali pieni di doppiezza di meschinità. Tutto questo prende decisamente rilievo nel paragone che voi, involontariamente, stabilite tra voi e lui.





12. Il santo non esercita dominio e non dà ordini con severità. Per cui dentro di voi non insorge alcuna critica contro di lui, e non vi sentite nascere dentro alcuna opposizione nei suoi riguardi, perchè egli incarna per voi la persona di Cristo, nello stesso tempo tenero e potente, e così non cercate di nascondervi da lui, o di schivare il suo volto; oppure, forse, voi cercate di evitarlo ancor più di colui che vi comandasse con severità. Infatti, dentro di lui sentite una irriducibile fermezza e una totale identificazione della sua persona con il bene, benchè questa fermezza, nelle convinzioni e nei consigli che egli dà, sia una fermezza priva di ansia. E' la ragione per la quale le opinioni e i consigli che egli esprime con tenerezza su quello che voi dovreste fare, diventano per voi ordini più imperiosi di ogni precetto terrestre, ordini tali che si è capaci di qualunque sforzo e di qualunque sacrificio per compierli, perchè la tenerezza del santo è nello stesso tempo fermezza e bontà. L'una e l'altra lasciano trasparire l'ordine dell'autorità divina che, con un'autorità assoluta, si impone nella dolcezza. Così, il consiglio del santo si impone come una liberazione. Esso vi libera dalla deformazione e dall'impotenza nella quale vi trovate, da quella diffidenza che regna dentro di voi. Voi vi sentite investire, da parte dell'«uomo» spirituale, della forza e della luce provenienti dalla suprema fonte di forza e di luce, ma anche vi sentite investire della bontà che sgorga dalla suprema fonte della bontà. Voi temete che l'<> spirituale immerga il suo sguardo nella vostra anima, come pure temete che si scopra una verità che vi sarebbe sfavorevole: eppure questo sguardo anche l'attendete!
Nella tenerezza, nella dolcezza e nell'umiltà del santo ognuno percepisce una potenza, che nessuna potenza terrena può piegare e sconfiggere. Dalla persona del santo irradia una calma e una pace che nullapuò turbare: questa calma e questa pace sono conquistate e mantenute con una grande lotta.



13. Il santo partecipa al dolore degli altri.



14. Il santo è radicato nella stabilità dell'amore e della sofferenza del Dio incarnato, perchè questo amore irradia dal Dio che si è incarnato e ha sofferto per gli uomini. Egli riposa nell'eternità della potenza e della bontà di Dio, ma il suo soggiornare nell'amore eterno di Dio e degli uomini non esclude che egli partecipi ai dolori degli uomini e alle loro buone ispirazioni, così da aiutarli a vincere i loro dolori con coraggio, senza soccombere alla disperazione.



15. L'«uomo» spirituale, il santo, ha infatti trionfato sul tempo, pur essendo intensamente presente nel tempo. Egli è la chiara trasparenza dell'aurora della divina luce eterna, nella quale l'umanità raggiungerà la propria perfezione.
Egli è, veramente, dell'umanità di Cristo il riflesso integrale.



(Elaborazione delle opere di Dumitru Staniloae)


Tutti siamo chiamati alla Santità perchè, come recita il Salmo, la "Santità si addice alla Sua casa".



Appassianiamoci alla lettura delle agiografie, delle vite dei Santi, sono così belle e adatte per grandi e piccini... Vedremo come i SANTI non sono alieni ma persone come noi con vite piene di vicessitudini positive e negative.



Giovanni Paolo II, che preghiamo, ci diceva spesso che il Santo è colui che cade e si rialza!!!







Teniamo lo sguardo fisso su Gesù, allora, anche quando siamo nel peccato puntiamo su di Lui come dei muli senza stancarci.



A satana non interessa tanto il peccato, che per lui è uno strumento, ma le sue conseguenze che portano alla depressione della mente alla malattia del cuore, all'autosufficienza... così piano piano ci stacchiamo da nostro Padre, vogliamo fare a meno di Lui... e dove andiamo?!?



Prepariamo per la Confessione.


Al contrario c'è anche chi soffre non per peccato ma per "dono" e sono realmente i parafulmini - come amava dire Giovanni Paolo II riguardo le monache e i malati - di tutti noi: a loro il nostro grazie con il cuore e preghiera con piccoli sacrifici. Voi che siete malati, non mollate. Tenete duro. Offrite i vostri dolori perchè qui siamo tutti di passaggio... non è qui la nostra casa. Non è qui la felicità eterna... Qui è il campo di battaglia! Qui è la nostra chance per meritare la gioia senza fine per noi ma anche per tanti fratelli e sorelle che non conoscono l'amore di Dio!!!




Molte sette affermano che il 31 ottobre è la nacita del diavolo e di diavolerie questa notte se ne faranno tante.


Noi preghiamo, preghiamo, preghiamo nel nome di Gesù e con Maria nostra tenera quanto potente Mamma.



Pietà di noi Signore. Pietà del mondo intero. Abbi misericordia.





Ci uniamo all'invito delle "Sentinelle del Mattino" di esporre in casa e alle finestre immagini di Santi.



SCEGLI GESU'

Nessun commento:

ECCOCI MADRE, GUIDACI!


Mentre invitiamo a mantenere gli impegni quotidiani personali già presi, esortiamo per diventare “un cuor solo e un'anima sola” a mettersi in unione spirituale col Movimento in uno o più appuntamenti in modo costante.

Ore 7.30 Santo Rosario
Ore 12.00 Angelus (da Pasqua a Pentecoste Regina Coeli)
Ore 15.00 Coroncina della Divina Misericordia
Ore 17.20 Santo Rosario
Ore 17.40 * 18.40 (ora solare-ora legale) Apparizione della Vergine Santissima a Medjugorje
Ore 20.30 Santo Rosario
Ore 24.00 Santo Rosario
Ore 3.00 Coroncina della Divina Misericordia

Mercoledì e Venerdì: Digiuno a pane ed acqua. Per chi non può non un fioretto ma un "fiorone"... e comunque sempre digiuno dal peccato!

Terminiamo ripetendo sempre:
Maria, Regina della Pace e del Movimento, Madre mia: totus tuus!