giovedì 13 settembre 2007

14 settembre: ESALTAZIONE DELLA CROCE





LA STORIA DI QUESTA FESTA

La festa in onore della Croce venne celebrata la prima volta nel 335, in occasione della “Crucem” sul Golgota, e quella dell'"Anàstasis", cioè della Risurrezione. La dedicazione avvenne il 13 dicembre. Col termine di "esaltazione", che traduce il greco hypsòsis, la festa passò anche in Occidente, e a partire dal secolo VII, essa voleva commemorare il recupero della preziosa reliquia fatto dall'imperatore Eraclio nel 628. Della Croce trafugata quattordici anni prima dal re persiano Cosroe Parviz, durante la conquista della Città santa, si persero definitivamente le tracce nel 1187, quando venne tolta al vescovo di Betlem che l'aveva portata nella battaglia di Hattin.La celebrazione odierna assume un significato ben più alto del leggendario ritrovamento da parte della pia madre dell'imperatore Costantino, Elena. La glorificazione di Cristo passa attraverso il supplizio della croce e l'antitesi sofferenza-glorificazione diventa fondamentale nella storia della Redenzione: Cristo, incarnato nella sua realtà concreta umano-divina, si sottomette volontariamente all'umiliante condizione di schiavo (la croce, dal latino "crux", cioè tormento, era riservata agli schiavi) e l'infamante supplizio viene tramutato in gloria imperitura. Così la croce diventa il simbolo e il compendio della religione cristiana. La stessa evangelizzazione, operata dagli apostoli, è la semplice presentazione di "Cristo crocifisso". Il cristiano, accettando questa verità, "è crocifisso con Cristo", cioè deve portare quotidianamente la propria croce, sopportando ingiurie e sofferenze, come Cristo, gravato dal peso del "patibulum" (il braccio trasversale della croce, che il condannato portava sulle spalle fino al luogo del supplizio dov'era conficcato stabilmente il palo verticale), fu costretto a esporsi agli insulti della gente sulla via che conduceva al Golgota. Le sofferenze che riproducono nel corpo mistico della Chiesa lo stato di morte di Cristo, sono un contributo alla redenzione degli uomini, e assicurano la partecipazione alla gloria del Risorto.

PREGHIERA E AZIONE

In questo giorno preghiamo per i “lontani”.
Preghiamo per i nostri malati e per chi non riceve visite.
Se possibile, troviamo il tempo per telefonare a un conoscente o parente con il quale ci sono dissapori portando pace e donando pace, quella del Signore. (Con Lui nulla è impossibile, ricordate?!?)
Confessiamoci e mettiamo una croce in un posto visibile nella nostra casa per contemplarla.



UNA RIFLESSIONE

“Ascesi” non è una parola tipicamente cristiana. Ma bisogna assumere questo termine anzitutto nel senso generale di “esercizio”.
Essere e vivere da cristiano è un esercizio. Essere cristiani è ricevere la condizione di un discepolo, il che significa che io a poco a poco assumo i contorni del discepolo, determinato da altro, il Signore.
L'ascesi cristiana non è soltanto genericamente sinonimo di esercizio, ma è, nello sfondo generale dell'esercizio, sinonimo di rinnegamento. Rinnegamento vuol dire dirsi dei no e dire dei no. Il mio dire dei no non è essere negativo o autolesionista ma è un dire dei sì al mio essere discepolo, alla mia verità che riconosco nella verità dell'uomo che è Cristo. “Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua”.
E qual è quella CROCE?
Non ci viene chiesto di caricarci di chissà quale cosa, ma di prendere la croce dell'essere discepolo per diventare discepolo e per seguire lui, il Maestro.
La Madonna ci ricorda che la via della gioia è quella della croce.
Questo significa che la croce più difficile, la croce più vera, quella della nostra autenticità e della nostra libertà, è di accettare di essere discepoli di Gesù.
I primi a protestare di fronte al Vangelo del Signore non sono gli altri (anche se noi gridiamo: “gli altri...” oppure desideriamo che “gli altri siano più evangelici”), i primi a protestare e a non voler essere evangelici, ad adattare il Vangelo a nostra misura, e quindi a non voler essere discepoli, siamo precisamente noi.
Nella misura in cui si sa “vedere”, come il discepolo amato (cfr. Gv 19,35), l'amore del Crocifisso, ciascuno di noi troverà lo slancio adeguato per sottoporsi al tirocinio dell'ascesi cristiana. Infatti è solo l'amore che sa “meritare” sacrificio, piuttosto che essere il sacrificio a meritare l'amore.
Festeggiamo oggi la CROCE.
Non a caso prima del Santo Natale e della Santa Pasqua e dopo le importanti feste dedicate a Maria come la sua nascita e il suo bel nome.
Una croce nuda. Una croce che aspetta il nostro corpo nudo. Diventare figli del Padre, fratelli di ogni uomo lasciando a Gesù tutto il nostro essere. Maria ci aiuta in questo cammino perchè qui sulla terra siamo tutti pellegrini ma ci aspetta una vita eterna e là dobbiamo esserci tutti perchè ci sia l'abbondanza e la gioia piena. Molti sono lontani da Dio perchè non conoscono il Suo Amore e sicuramente anche per la nostra pessima testimonianza. Questa è una sofferenza grande.
Qui sulla terra abbiamo la nostra chance. Da qui possiamo aiutare fratelli e sorelle nel purgatorio con la consapevolezza che mai resteremo turbati per chi è all'inferno perchè avrà scelto volontariamente di stare lontano da Dio, anzi di essergli contro!
San Francesco, come Santa Teresina, stava male quando diceva che l'Amore non è amato. Sentiamo anche noi questo dolore?
Chi sarebbe disposto a dare la vita ora se gli venisse chiesta nel nome di Gesù? Chi sarebbe disposto ad amputarsi un arto piuttosto di commettere un peccato che lo manderebbe nel fuoco della Geenna? Da quanto tempo non ci confessiamo?
Si dice che la Chiesa è matrigna, addirittura dei vescovi lo hanno affermato portando come esempio alcuni casi. Seppur composta da uomini – da noi! - noi crediamo che sia MADRE: ci dona i sacramenti, tramite essa, Corpo Mistico di Cristo, possiamo ricominciare ogni volta da zero se il pentimento è sincero e invece... siamo così stolti da metterci a giudicare i sacerdoti. Il cattivo sacerdote avrà il giudizio severo di Dio ma, per carità, pensiamo a noi e su tutti invochiamo la Misericordia se non vogliamo che le colpe degli altri ricadano più pesanti su noi!!!
Tutto ciò, però, non avviene spontaneamente, è atto di continua conversione, che chiede esercizio (l'ascesi).
“Rendimi la gioia di essere salvato” (Sal 50,14): il digiuno e il sacrificio sia caratterizzato da “un sentire gioioso”... sia un insegnamento evangelico.
L'ascesi, dunque, sgorga come riconoscenza per l'Amore di Gesù che “ha dato se stesso per me” e perchè conduce ad una conformazione al Signore Gesù stesso.
Consigliamo a tutti di approfondire il personale cammino di conformazione a Cristo leggendo continuamente “L'Imitazione di Cristo”, mentre per imparare a vivere nel discernimento richiamiamo la dottrina ignaziana sui Tre Gradi dell'Umiltà (ES, 164-168).
Primo Livello: purificazione da ogni peccato grave.
Secondo Livello: purificazione dai disordini e dagli sbandamenti che ci fanno perdere il “tono spirituale” o l'autodominio (controllo di ciò che guardo e di ciò che dico, controllo della golosità, del pettegolezzo, della voglia di criticare sempre, della fantasia e degli umori...)
Terzo Livello: l'abbandono totale in Dio, mio Padre, attraverso l'esercizio della Povertà materiale e spirituale. Accettare le ingiurie e tutto ciò che mi ferisce.

“L'uomo di Dio, invece, sia completo e ben preparato per ogni opera buona” (2Tim 3,16)
“E poi trasgredite l'amore” (Lc 11,42)

Nessun commento:

ECCOCI MADRE, GUIDACI!


Mentre invitiamo a mantenere gli impegni quotidiani personali già presi, esortiamo per diventare “un cuor solo e un'anima sola” a mettersi in unione spirituale col Movimento in uno o più appuntamenti in modo costante.

Ore 7.30 Santo Rosario
Ore 12.00 Angelus (da Pasqua a Pentecoste Regina Coeli)
Ore 15.00 Coroncina della Divina Misericordia
Ore 17.20 Santo Rosario
Ore 17.40 * 18.40 (ora solare-ora legale) Apparizione della Vergine Santissima a Medjugorje
Ore 20.30 Santo Rosario
Ore 24.00 Santo Rosario
Ore 3.00 Coroncina della Divina Misericordia

Mercoledì e Venerdì: Digiuno a pane ed acqua. Per chi non può non un fioretto ma un "fiorone"... e comunque sempre digiuno dal peccato!

Terminiamo ripetendo sempre:
Maria, Regina della Pace e del Movimento, Madre mia: totus tuus!