“È sempre più chiaro che il Paese ha bisogno di un soprassalto di coscienza civica, soprattutto in questi tempi di grave crisi economico-finanziaria”. E' quanto ha detto domenica il Cardinale Angelo Scola, Amministratore apostolico del patriarcato di Venezia nonché Arcivescovo eletto di Milano, nel tradizionale “discorso del Redentore”.
Dal 2003, in occasione della festa del Santissimo Redentore, che cade nella terza domenica di luglio, il Cardinale Scola ha proposto di anno in anno alcune riflessioni su temi diversi di particolare rilevanza ecclesiale sociale, civile e antropologica per la città di Venezia e non solo. Quella del Redentore è una festa molto sentita dai veneziani e viene celebrata a memoria del pericolo scampato di una pestilenza che colpì la città nel 1575.
La crisi – ha detto il porporato nel suo discorso - “non potrà certo trovare soluzione nei pur necessari aggiustamenti tecnici delle regole di mercato, perché il mercato non è un fatto di natura, ma di cultura e dunque ha nel fattore umano e nella sua qualità morale una componente indispensabile. Anche la riforma del mercato chiede rinnovamento antropologico ed etico”.
Per questo ha richiamato l’invito del Santo Padre “a un rinnovato impegno dei cattolici in politica” capace di armonizzare “il necessario realismo etico e politico”.
Il porporato è poi passato ad affrontare alcuni fenomeni di disagio sociale quali l’abbandono scolastico precoce, l’inattività, la disoccupazione, la precarietà e la perdita del lavoro.
“In questo contesto – ha detto – quella che è stata chiamata 'emergenza educativa' sta assumendo le dimensioni e i contorni della questione sociale del nostro tempo. Non si può restare inerti di fronte all’accusa di 'non essere un Paese per giovani!'”.
“Il compito educativo ha però bisogno di una chiarezza di obiettivi. Esso non può ridursi allo stereotipato richiamo ai valori, ma domanda un impegno personale e comunitario a far fare l’esperienza dei valori”. Inoltre, “le famiglie, a cui spetta primariamente la responsabilità educativa, dovranno essere sostenute da politiche adeguate”.
Allo stesso modo, ha continuato, “vi è l’urgente bisogno educativo di rendere consapevoli ciascuno delle oggettive implicazioni sociali e di bene comune del proprio agire”, così che ogni cittadino diventi responsabile in prima persona, indipendentemente dal ruolo sociale che ricopre. Compito della legge diventa, quindi, “educare ad agire secondo virtù, anzitutto le virtù che riguardano direttamente la vita comune”.
Non è poi mancato il riferimento al “ruolo di promotore di pace nel Mediterraneo” che il Nordest può svolgere facendosi interprete di imperativi come il “dialogo”, la “coesione”, la “convergenza”, l'“integrazione” e lo “sviluppo” e mettendo a frutto “l’importante tradizione di accoglienza e di relazioni della Serenissima”.
Ma nonostante la “straordinaria ricchezza della società civile” che le hanno sempre caratterizzati “anche Venezia e il Nordest sono immersi nel passaggio epocale in atto in tutto il pianeta”; nella “transizione, non priva di forte travaglio, dalla modernità al postmoderno, di cui tutti gli uomini e le donne del nostro tempo portano i segni”.
“Per questo – ha continuato – sono lieto di comunicare che i giorni scorsi ho formalmente istituito le prime due Unità di lavoro per la transizione una per il litorale e l’altra per la città lagunare. Sono organismi che, con preciso riferimento alla dottrina sociale della Chiesa, intendono mettere in collegamento persone che operano negli svariati ambiti della società civile in vista di un confronto e di una collaborazione aperta a tutti”.
“Ben coscienti della netta distinzione che intercorre tra realtà ecclesiale e società civile – ha spiegato infine –, questi organismi opereranno al fine di valorizzare, mediante proposte concrete, il bene politico primario dell’essere insieme”.
I prossimi appuntamenti nell'agenda del nuovo Arcivescovo di Milano sono ora: il 5 settembre, al teatro La Fenice e su iniziativa del comune di Venezia, dove ci sarà il momento di saluto da parte delle autorità civili e del mondo della cultura; e il 7 settembre, nella Cattedrale di San Marco, dove si terrà la solenne concelebrazione eucaristica per il saluto da parte della Chiesa veneziana.
Il Cardinale Scola celebrerà la prima messa solenne nel Duomo di Milano il 25 settembre.
Dal 2003, in occasione della festa del Santissimo Redentore, che cade nella terza domenica di luglio, il Cardinale Scola ha proposto di anno in anno alcune riflessioni su temi diversi di particolare rilevanza ecclesiale sociale, civile e antropologica per la città di Venezia e non solo. Quella del Redentore è una festa molto sentita dai veneziani e viene celebrata a memoria del pericolo scampato di una pestilenza che colpì la città nel 1575.
La crisi – ha detto il porporato nel suo discorso - “non potrà certo trovare soluzione nei pur necessari aggiustamenti tecnici delle regole di mercato, perché il mercato non è un fatto di natura, ma di cultura e dunque ha nel fattore umano e nella sua qualità morale una componente indispensabile. Anche la riforma del mercato chiede rinnovamento antropologico ed etico”.
Per questo ha richiamato l’invito del Santo Padre “a un rinnovato impegno dei cattolici in politica” capace di armonizzare “il necessario realismo etico e politico”.
Il porporato è poi passato ad affrontare alcuni fenomeni di disagio sociale quali l’abbandono scolastico precoce, l’inattività, la disoccupazione, la precarietà e la perdita del lavoro.
“In questo contesto – ha detto – quella che è stata chiamata 'emergenza educativa' sta assumendo le dimensioni e i contorni della questione sociale del nostro tempo. Non si può restare inerti di fronte all’accusa di 'non essere un Paese per giovani!'”.
“Il compito educativo ha però bisogno di una chiarezza di obiettivi. Esso non può ridursi allo stereotipato richiamo ai valori, ma domanda un impegno personale e comunitario a far fare l’esperienza dei valori”. Inoltre, “le famiglie, a cui spetta primariamente la responsabilità educativa, dovranno essere sostenute da politiche adeguate”.
Allo stesso modo, ha continuato, “vi è l’urgente bisogno educativo di rendere consapevoli ciascuno delle oggettive implicazioni sociali e di bene comune del proprio agire”, così che ogni cittadino diventi responsabile in prima persona, indipendentemente dal ruolo sociale che ricopre. Compito della legge diventa, quindi, “educare ad agire secondo virtù, anzitutto le virtù che riguardano direttamente la vita comune”.
Non è poi mancato il riferimento al “ruolo di promotore di pace nel Mediterraneo” che il Nordest può svolgere facendosi interprete di imperativi come il “dialogo”, la “coesione”, la “convergenza”, l'“integrazione” e lo “sviluppo” e mettendo a frutto “l’importante tradizione di accoglienza e di relazioni della Serenissima”.
Ma nonostante la “straordinaria ricchezza della società civile” che le hanno sempre caratterizzati “anche Venezia e il Nordest sono immersi nel passaggio epocale in atto in tutto il pianeta”; nella “transizione, non priva di forte travaglio, dalla modernità al postmoderno, di cui tutti gli uomini e le donne del nostro tempo portano i segni”.
“Per questo – ha continuato – sono lieto di comunicare che i giorni scorsi ho formalmente istituito le prime due Unità di lavoro per la transizione una per il litorale e l’altra per la città lagunare. Sono organismi che, con preciso riferimento alla dottrina sociale della Chiesa, intendono mettere in collegamento persone che operano negli svariati ambiti della società civile in vista di un confronto e di una collaborazione aperta a tutti”.
“Ben coscienti della netta distinzione che intercorre tra realtà ecclesiale e società civile – ha spiegato infine –, questi organismi opereranno al fine di valorizzare, mediante proposte concrete, il bene politico primario dell’essere insieme”.
I prossimi appuntamenti nell'agenda del nuovo Arcivescovo di Milano sono ora: il 5 settembre, al teatro La Fenice e su iniziativa del comune di Venezia, dove ci sarà il momento di saluto da parte delle autorità civili e del mondo della cultura; e il 7 settembre, nella Cattedrale di San Marco, dove si terrà la solenne concelebrazione eucaristica per il saluto da parte della Chiesa veneziana.
Il Cardinale Scola celebrerà la prima messa solenne nel Duomo di Milano il 25 settembre.
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