“Il messaggio di Gesù è la misericordia. Per me, lo dico umilmente, è il messaggio più forte del Signore”. Ne è sempre stato convinto Jorge Mario Bergoglio, prima che diventasse sacerdote, da vescovo e da Papa. Tra le primissime riflessioni, dettate all’inizio del suo pontificato, Egli – oltre all’efficacia simbolica di alcuni suoi gesti – ha voluto sottolineare l’importanza della misericordia di Dio, presentandola subito come l’aspetto caratterizzante del suo pontificato. Una breve ricerca attraverso il portale della Santa Sede ci ha permesso di rintracciare oltre 136 interventi pubblici (tra discorsi, udienze, omelie, ecc.) pronunciati da Papa Francesco, con a tema la “Misericordia di Dio”, vale a dire all’incirca 11 sottolineature tematiche al mese in questo primo anno di pontificato.
La vocazione sacerdotale di Papa Francesco, nasce più di cinquant’anni fa, in seguito ad un particolare “incontro” maturato proprio nel confessionale, là dove la misericordia di Dio spezza i vincoli del peccato per abbracciare ogni creatura e rivestirla del Suo amore, come lo stesso Jorge Mario Bergoglio racconta nel libro Papa Francesco, Conversazione con Sergio Rubin e Francesca Ambrogetti: “Mi successe una cosa strana durante quella confessione, non so che cosa esattamente, ma mi cambiò la vita; direi che mi son lasciato sorprendere con la guardia bassa”. Un incontro con la persona di Cristo, carico di stupore, che lasciò nella mente del giovane Bergoglio la piacevole sensazione di essere stato atteso da sempre da Qualcuno; “Tu lo stai cercando – dirà poi da arcivescovo –, ma è Lui a trovarti per primo. Lo vuoi incontrare, ma è Lui che ti viene incontro per primo”. Quella particolare esperienza sacramentale segnò profondamente il cuore di Jorge Mario, che ancora diciassettenne percepì l’importanza dello sguardo misericordioso offertogli da Dio. E’ questo – dirà poi da sacerdote, ricordando la chiamata di Matteo – “il modo in cui Lui mi chiede di guardare gli altri: con tanta misericordia e come se li stessi scegliendo per Lui. Senza escludere nessuno, poiché tutti sono scelti dall’amore di Dio”.
Papa Francesco è il terzo pontefice consecutivo a scommettere sul valore della misericordia di Dio e a rivalutarne il messaggio teologico e spirituale.
Che nella Chiesa fosse arrivato il tempo della misericordia lo aveva già intuito Giovanni Paolo II, “lui – lo ha ricordato recentemente Papa Francesco – ha avuto il «fiuto» che questo era il tempo della misericordia”, «Che cosa (è ancora Papa Francesco a citare Wojtyla) ci porteranno gli anni che sono davanti a noi? Come sarà l’avvenire dell’uomo sulla terra? A noi non è dato di saperlo. E’ certo tuttavia che accanto a nuovi progressi non mancheranno, purtroppo, esperienze dolorose. Ma la luce della divina misericordia, che il Signore ha voluto quasi riconsegnare al mondo attraverso il carisma di suor Faustina, illuminerà il cammino degli uomini del terzo millennio». Papa Benedetto XVI ricordava che il Cuore di Cristo, ricco di misericordia, “ci chiede di amare tutti, anche i lontani e i nemici, imitando il Padre celeste che rispetta la libertà di ciascuno ed attira tutti a sé con la forza invincibile della sua fedeltà. […] Nel nostro tempo, l’umanità ha bisogno che sia proclamata e testimoniata con vigore la misericordia di Dio”. “Il Signore – dice oggi Papa Francesco – mai si stanca di perdonare: mai! Siamo noi che ci stanchiamo di chiedergli perdono”. “Il volto di Dio – lo aveva affermato il Papa nel corso del suo primo Angelus da pontefice – è quello di un padre misericordioso, che sempre ha pazienza. Avete pensato voi alla pazienza di Dio, la pazienza che lui ha con ciascuno di noi? Quella è la sua misericordia. Sempre ha pazienza, pazienza con noi, ci comprende, ci attende, non si stanca di perdonarci se sappiamo tornare a lui con il cuore contrito”.
Che nella Chiesa fosse arrivato il tempo della misericordia lo aveva già intuito Giovanni Paolo II, “lui – lo ha ricordato recentemente Papa Francesco – ha avuto il «fiuto» che questo era il tempo della misericordia”, «Che cosa (è ancora Papa Francesco a citare Wojtyla) ci porteranno gli anni che sono davanti a noi? Come sarà l’avvenire dell’uomo sulla terra? A noi non è dato di saperlo. E’ certo tuttavia che accanto a nuovi progressi non mancheranno, purtroppo, esperienze dolorose. Ma la luce della divina misericordia, che il Signore ha voluto quasi riconsegnare al mondo attraverso il carisma di suor Faustina, illuminerà il cammino degli uomini del terzo millennio». Papa Benedetto XVI ricordava che il Cuore di Cristo, ricco di misericordia, “ci chiede di amare tutti, anche i lontani e i nemici, imitando il Padre celeste che rispetta la libertà di ciascuno ed attira tutti a sé con la forza invincibile della sua fedeltà. […] Nel nostro tempo, l’umanità ha bisogno che sia proclamata e testimoniata con vigore la misericordia di Dio”. “Il Signore – dice oggi Papa Francesco – mai si stanca di perdonare: mai! Siamo noi che ci stanchiamo di chiedergli perdono”. “Il volto di Dio – lo aveva affermato il Papa nel corso del suo primo Angelus da pontefice – è quello di un padre misericordioso, che sempre ha pazienza. Avete pensato voi alla pazienza di Dio, la pazienza che lui ha con ciascuno di noi? Quella è la sua misericordia. Sempre ha pazienza, pazienza con noi, ci comprende, ci attende, non si stanca di perdonarci se sappiamo tornare a lui con il cuore contrito”.
Nella misericordia è custodito il mistero della “vulnerabilità” del cuore di Cristo; scriveva il teologo von Balthasar: “un cuore ferito e reso impotente dall’amore, un fianco aperto e indifeso, attraverso il quale l’uomo, il nemico, può irrompere”. La scelta operata da Papa Francesco, quella cioè di porre la misericordia di Dio al centro della sua azione pastorale non deve far pensare ad una strategia spirituale volta a scompaginare i principi della morale cristiana, recentemente molto dibattuti. A tal proposito il teologo gesuita Juan Carlos Scannone (che conosce molto bene Bergoglio), intervistato da Lucio Brunelli per tg2dossier, ha affermato: “Francesco non cambierà la dottrina sull’aborto o sul divorzio, ma pone l’accento sull’atteggiamento di misericordia che bisogna avere verso le persone che soffrono per quelle situazioni… vuole dare alla carità e alla misericordia tutto il valore che nel cristianesimo hanno”. Papa Francesco stesso – parlando ai parroci di Roma – a proposito del «lassismo» o del «rigorismo» nell’amministrare il sacramento della Riconciliazione, ha precisato: “Che tra i confessori ci siano differenze di stile è normale, ma queste differenze non possono riguardare la sostanza, cioè la sana dottrina morale e la misericordia… La vera misericordia si fa carico della persona, la ascolta attentamente, si accosta con rispetto e con verità alla sua situazione, e la accompagna nel cammino della riconciliazione”.
Tra i ricordi di Papa Francesco, legati al tema della misericordia, vi è un secondo dettaglio, rivelato durante la conversazione con il clero di Roma. A Buenos Aires, in preghiera davanti al corpo esanime di uno stimato e amato confessore “mentre sistemavo i fiori – racconta il Papa – ho preso la croce del Rosario (che egli teneva in mano, ndr), e con un po’ di forza l’ho staccata. E in quel momento l’ho guardato e ho detto: «Dammi la metà della tua misericordia». Ho sentito una cosa forte che mi ha dato il coraggio di fare questo e di fare questa preghiera! E poi, quella croce l’ho messa qui, in tasca. Le camicie del Papa non hanno tasche, ma io sempre porto qui una busta di stoffa piccola, e da quel giorno fino ad oggi, quella croce è con me. E quando mi viene un cattivo pensiero contro qualche persona, la mano mi viene qui, sempre. E sento la grazia! Sento che mi fa bene. Quanto bene fa l’esempio di un prete misericordioso, di un prete che si avvicina alle ferite…”.
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