
Secondo un recente sondaggio, i cattolici delle diocesi tedesche riterrebbero esser fuori dal mondo i divieti imposti dalla morale sessuale della Chiesa: richiesto di un commento in merito, mons. Ackermann non ha fatto mistero di voler letteralmente stravolgere regole e precetti: «Dobbiamo rafforzare il senso di responsabilità delle persone – ha detto – ma poi dobbiamo anche rispettare le decisioni da loro assunte in coscienza». Sull’accesso ai Sacramenti per i divorziati risposati, «siamo qui a far proposte», ha ribattuto, come se tutto non fosse da sempre già stabilito e chiaro.
Circa i rapporti prematrimoniali, si è quasi rammaricato: «Non possiamo cambiare completamente la Dottrina cattolica – ha dichiarato – ma possiamo elaborare criteri per i quali in questo o quest’altro caso concreto siano giustificabili. Non ci sono solo l’Ideale da una parte e la condanna dall’altra». Evidentemente quel che insegna la Chiesa Cattolica poco gl’importa… Ancora su pianificazione familiare e contraccezione: «La distinzione tra contraccezione naturale e non – ha “esternato” mons. Ackermann – è in qualche modo artificiosa. Temo che nessuno la capisca più…».
E per l’omosessualità la Chiesa dovrebbe, a suo dire, fare appello al senso di responsabilità del singolo: «La visione cristiana dell’uomo passa attraverso la polarità dei sessi, ma noi non possiamo semplicemente bollare l’omosessualità come innaturale», benché essa non debba essere vissuta in promiscuità e quale fonte di gratificazione. Certo la Chiesa Cattolica pone come punto fermo l’unicità del matrimonio tra uomo e donna, ha proseguito, ma quando una vita di coppia, vissuta in modo fedele e cosciente, venisse iscritta in un apposito registro, «certo non potremmo ignorare l’assunzione di tale responsabilità», benché ‒ bontà sua… ‒ non ritenga essere «una soluzione» percorribile neppure la benedizione delle coppie gay promossa nelle comunità protestanti. Sconcertante.
Il celibato dei preti, a suo giudizio, non rappresenta canonicamente «un dogma», benché abbracciare il sacerdozio significhi oggi anche conformarsi a tale stato di vita. Cosa ci riservi il futuro, però, ha concluso sibillino mons. Achermann, non sarebbe dato prevedere…
Ciò che, invece, già oggi è assolutamente certo è l’atteggiamento ambiguo e provocatorio tenuto dalla Chiesa tedesca, specie in fatto di morale, tema su cui recentemente ha premuto l’acceleratore, creando in fretta e furia nuove fratture e scavando nuovi fossati: non a caso, proprio in Germania, a Francoforte, nella parrocchia di Maria Hilf im Gallus, si è da tempo autocostituita una prima comunità di credenti omosessuali, denominataProgetto: cattolico e gay, inventata per «lenire il dolore» provocato dalle gerarchie ecclesiastiche, accusate d’esser poco comprensive per il solo fatto di ribadire la Dottrina di sempre ovvero quella del buon senso e dell’adesione vera alle Scritture. L’aberrante esperimento di Francoforte fu malauguratamente approvato dall’allora Vescovo di Limburg, Franz Kampfhaus, ed a nulla sono servite le forti e vibrate critiche mosse dal suo successore, mons. Franz-Peter Tebartz-Van Elst.
Della comunità Progetto: cattolico e gay si è occupato con estrema, anzi eccessiva benevolenza il teologo Gregor Schorberger: nella tesi del suo dottorato, ha definito importante, per i credenti omosessuali, avere un luogo riconosciuto, ove sentirsi accolti anche dal clero locale. Al punto da far purtroppo sorgere analoghi tentativi anche in altre Diocesi. Nel 1972 Paolo VI ebbe a parlare di fessure, da cui «il fumo di Satana» sarebbe «entrato nella Chiesa». Oggi quelle fessure sono diventati squarci e quel fumo ha solo anticipato l’azione devastante delle fiamme infernali, che lo hanno provocato.
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